Prodotti iperproteici: credenza non scientifica, meglio la dieta mediterranea

Le proteine sono, senza dubbio, un macronutriente essenziale per la formazione e il recupero muscolare nonché per la riparazione dei tessuti. Nonostante ciò, non vale il principio «più se ne mangiano, meglio è»
Indispensabile un piatto di verdura al giorno - Foto Pexels
Indispensabile un piatto di verdura al giorno - Foto Pexels
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C’è stata la moda dello zenzero, celebrata pure da una canzone. Abbiamo visto il pane colorarsi di nero (carbone vegetale) e giallo (sotto l’effetto benefico della curcuma). C’è stato il periodo «rosso» delle bacche di Goji. E, in tempi più recenti, siamo stati pure travolti dalla avocado-mania. Ora tra i messaggi che ci arrivano dalla pubblicità e dagli scaffali dei supermercati ce n’è uno molto forte: proteine, proteine, proteine. Lo yogurt? Iperproteico. La mozzarella? Iperproteica. I cereali? Iperproteici. L’acqua? Proteica. Ma servono davvero tutte queste proteine?

Gli esperti

Abbiamo affrontato l’argomento in Ats Brescia con Roberta Ferranti, responsabile della Ssd di Igiene alimenti e nutrizione, Chiara Passeri, medico igienista, Nicoletta Romano, assistente sanitario, e i dietisti Maria Villa e Daniele Nucci. Il grande successo delle diete iperproteiche e di conseguenza dei prodotti ricchi o arricchiti di proteine si basa principalmente sulla «credenza, non suffragata da evidenza scientifiche, che - spiegano - un alto apporto di proteine sia utile nella perdita di peso o che più proteine si consumano maggiore possa essere la crescita muscolare. Le proteine sono, senza dubbio, un macronutriente essenziale per la formazione e il recupero muscolare nonché per la riparazione dei tessuti. Nonostante ciò, non vale il principio “più se ne mangiano, meglio è”».

Un adulto dovrebbe assumere 0,9 grammi di proteine per ogni chilo di peso corporeo al giorno (ad esempio: 63 grammi al giorno vanno bene per un individuo di 70 chili). All’incirca il 12-20% dell’energia totale della dieta con preferenza per «fonti proteiche vegetali - raccomandano da Ats - anche in ottica di sostenibilità della produzione alimentare». E le proteine che assumiamo in più? «Vengono usate come fonti di energia»

Cosa acquistare?

Vale quindi la pena acquistare prodotti iperproteici? «No», è in sintesi la risposta di Ats: «I motivi - spiegano - sono molteplici. Prima di tutto non abbiamo bisogno di una grande quantità di proteine considerato che, nei Paesi con uno stile di vita “occidentale” (Italia compresa), adulti e bambini ne assumono già di più dei normali e reali fabbisogni». Seconda ragione: «I prodotti “high protein” rientrano nella categoria dei cosiddetti “alimenti ultraprocessati” che nella loro formulazione prevedono numerosi ingredienti, tra cui zuccheri aggiunti, sale, grassi, edulcoranti, addensanti o altri additivi. Le ultime evidenze scientifiche dimostrano che il consumo quotidiano ed eccessivo di alimenti ultraprocessati può contribuire all’aumento dei livelli di infiammazione e del rischio di malattie croniche; per questo motivo dovrebbe essere occasionale».

Terza ragione, non per importanza: i prodotti etichettati come «high protein» hanno «un prezzo più elevato rispetto a prodotti analoghi e ciò può comportare una minore sostenibilità economica della dieta». Generalmente, fanno notare in Ats, hanno anche etichette all’apparenza eleganti, spesso su sfondo nero: «Cercano di sfruttare l’effetto alone - sottolinea il dietista Nucci -, quel processo che ci induce a pensare che un alimento possa portare benefici per la salute se quanto riportato in etichetta viene percepito come positivo. È un po’ come ritenere intelligente una persona solo perché ha un bell’aspetto ed è ben vestita. Ecco che mettere in gran evidenza la scritta "Proteine" nel nome del prodotto porta i consumatori a credere che abbia un elevato valore nutrizionale e migliori “prestazioni” rispetto a un prodotto analogo».

Lo stile di vita

Secondo gli esperti di Ats Brescia «la migliore scelta che possiamo fare è seguire uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata in linea con i principi della dieta mediterranea, includendo sempre nei nostri pasti fonti di carboidrati complessi come cereali e derivati preferibilmente integrali, fonti proteiche da alternare tra vegetali (legumi) e animali come pesce, uova, carni bianche, latticini (yogurt, ricotta) e moderatamente formaggi (preferendo i freschi agli stagionati) e carni rosse, senza mai dimenticare generose porzioni di verdura e frutta di stagione ogni giorno. Il tutto utilizzando preferibilmente olio extra vergine di oliva come grasso da condimento».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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