Guida Michelin 2023, la novità per Brescia è una stella verde

È la notte delle stelle: il Relais Franciacorta ospita la presentazione della guida Michelin 2023. 
Chi prenderà la terza stella? Riccardo Camanini otterrà la seconda? Brillerà una nuova luce sul’agriturismo Il Colmetto di Rodengo Saiano? L’eclettico Alberto Gipponi è stato invitato? O toccherà a Nadia Vincenzi festeggiare? 

Come tradizione nulla trapela prima della «Star Revelation»: gli chef che vincono la nuova stella vengono avvisati sempre all’ultimo e fatti entrare da un ingresso separato; alcuni addirittura scoprono di ricevere una promozione durante la serata al cardiopalma. 

La cerimonia, ricordiamo, si svolge a Corte Franca grazie a un accordo triennale con il Consorzio Franciacorta. Questa è la seconda, attesissima, edizione.

Nuove stelle Michelin: non ci sono chef bresciani

Svelate le nuove stelle che entrano nel firmamento della Michelin: sono 33 e tra i nomi non ci sono quelli di chef bresciani.

Sono invece 19 le nuove stelle verdi. Davide Guidara, de I Tenerumi di Isola Vulcano, se ne è aggiudicata una, oltre al titolo di Giovane Chef 2023.

Sono tutti under 35 gli chef che si sono aggiudicati le nuove due stelle.

Confermati invece gli 11 tre stelle del 2022. A cui si aggiunge Antonino Cannavacciuolo, che, emozionato, ha guadagnato la terza stella.

In tutto la guida Michelin 2023 vede 48 stelle verdi, 335 ristoranti con una stella, 38 ristoranti con due stelle e 12 ristoranti con tre stelle.

Premio Chef Mentore a Enrico Bartolini, per l'impegno nel formare talenti della cucina italiana.

È stella verde per il Colmetto di Rodengo Saiano

Oasi agricola di Rodengo Saiano, vanta stalla con le capre, villa con i maiali, recinto con asini romagnoli, super orto e ristorante con filiera cortissima e da ora pure stellata. I titolari sono i fratelli Roberta, Ramon e Romina Agosti motivati dal 2013 a sviluppare «un progetto - spiega Roberta - sostenibile a livello economico e ambientale che portasse valore aggiunto al territorio». Ai fornelli c’è Riccardo Scalvinoni, 40enne di Sarezzo figlio di fornai con un’esperienza all’Osteria della zia Gabri alle spalle. Per lui la cucina è «sostenibilità, prodotti del territorio, rispetto delle materie prime, ciclicità delle stagioni». Soltanto ieri ci aveva detto che «se Riccardo Camanini ha solo una stella allora nessuno può ricevere la prima: sarebbe difficile reggere il confronto». 

Introdotta nel 2020, la stella verde Michelin premia i ristoranti che investono nella sostenibilità e sono attenti all’impatto che la propria attività può avere sul pianeta. Ad oggi mai nessun bresciano l’aveva vinta.