Visite ed esami, «c’è sempre posto col servizio sanitario»: ecco come

«Basta dire "Non c’è posto, vada dal privato" o fissare appuntamenti al 2027: se il cittadino ha tra le mani una prescrizione di specialistica ambulatoriale di primo accesso (non di controllo) e cerca di prenotare la visita o l’esame nei tempi stabiliti dalla classe di priorità indicata una soluzione, con il Servizio sanitario, c’è sempre». Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia, non si stanca mai di ripeterlo.
E lo dirà anche questa mattina ai cento operatori dei Cup e degli Urp del territorio chiamati a raccolta nel quartiere generale di viale Duca degli Abruzzi per una mattinata di formazione specifica.
Solo il ticket
«Il sistema fa rete – spiega – affinché venga garantito al cittadino il diritto a svolgere la visita specialistica o l’esame nei tempi indicati dalla classe di priorità (3 giorni se è Urgente, 10 se è Breve, 30 per una visita e 60 per un esame se è Differibile, 120 se è Programmabile): se l’operatore del centro di prenotazione contattato non trova un posto nell’ospedale richiesto deve estendere subito la ricerca a tutte le strutture della Asst di riferimento; se anche facendo così non si riesce a fissare l’appuntamento la ricerca va ampliata a tutto il territorio di Ats Brescia (la nostra provincia, Valcamonica esclusa). Così solitamente la disponibilità si trova».
Altrimenti? «Altrimenti – dice – il cittadino viene inserito in una "lista di galleggiamento" in modo tale che la ricerca continui. Trovata la disponibilità, l’operatore lo ricontatta. Se invece il posto proprio non si trova la struttura contattata deve trovare una soluzione in libera professione ponendo a carico del cittadino il solo costo del ticket, qualora dovuto. Soluzione, quest’ultima, rarissima».
Doveri
Il cittadino, insomma, ha un diritto (ottenere la prenotazione nei tempi previsti dalla classe di priorità sintetizzata nella ricetta con le lettere U, B, D e P), ma anche dei doveri: «Se deve fare un esame entro 60 giorni (classe di priorità Differibile) non può cercare di prenotarlo a ridosso della scadenza. Inoltre, se non segue questo percorso e decide di prenotare, autonomamente e volontariamente, la prestazione in regime privato o libero professionale, non potrà in alcun modo richiedere il rimborso della spesa sostenuta agli enti del Sistema sanitario. Purtroppo, invece, ci sono cittadini che ci mandano la fattura».
E ancora: l’operatore che cerca una disponibilità su tutto il territorio di Ats Brescia può trovare un posto a Chiari a una persona che abita a Salò o a Manerbio a un cittadino che vive a Marone. Anche se è anziano. Se il soggetto rifiuta, la procedura – spiegata sul sito www.ats-brescia.it –prevede che non gli venga offerta un’altra possibilità entro i tempi stabiliti dalla classe di priorità (i famosi 3 giorni se è Urgente, 10 se è Breve...). Già funziona così: il «percorso di tutela» per le prestazioni ambulatoriali di primo accesso riferito da Sileo non è una novità, ma non tutti i cittadini lo conoscono e non tutti gli operatori allo sportello lo illustrano loro. «Stiamo lavorando molto, e in sinergia, sul tema delle liste d’attesa – commenta Sileo –: nel panorama regionale l’offerta bresciana è buona. Ma, ovviamente, può migliorare ancora».
L’operazione regge su un lavoro di squadra. Tutti, insomma, devono collaborare: dall’operatore allo sportello che non deve arrendersi e dire a chi l’ha contattato «Non c’è posto, vada privatamente» agli specialisti ospedalieri che, quando chiedono ulteriori accertamenti (ai fini di concludere la prestazione), «devono fare in modo che il cittadino esca dalla struttura con gli esami già prenotati e non debba migrare da un Cup all’altro con l’impegnativa in mano».
Inappropriatezza
Così si sta lavorando a valle della ricetta che, come fa notare il direttore, «sancisce un diritto del cittadino». Ma a monte? «A monte – sottolinea – chiediamo appropriatezza prescrittiva. Studi dimostrano che il 30% delle prescrizioni è inappropriato. Non tutti gli esami oggetto di ricetta rispettano le linee guida che gli stessi medici si sono dati. Se non venissero prescritti perché, appunto, inappropriati, si libererebbe un grande slot di appuntamenti».
Cup unico
Detto ciò la situazione potrebbe migliorare ulteriormente con il Cup unico regionale che metterà in relazione le agende del pubblico e del privato accreditato. Partito dall’Asst Franciacorta ed esteso alla Poliambulanza, ora è in fase di rodaggio in Asst Garda. I prossimi ad entrarvi saranno gli Spedali Civili.
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