AiutiAMObrescia: il sostegno della bambina che sforna biscotti
Come si fa a raccontare a un figlio piccolo che il papà deve stare rinchiuso per giorni in camera da letto, la nonna si può salutare solo via Skype e un virus potentissimo si è portato via il nonno dell’amichetto? Trascorrere la quarantena con i bambini non è per nulla facile. A volte, però, con le parole e con i gesti sono loro stessi a trovare le risposte a domande che gli adulti faticano ad affrontare. Lo dimostra una storia piena di dolcezza e bei sentimenti che arriva da Concesio.
La protagonista ha quasi sette anni, ama andare a scuola (in prima elementare) e fare i biscotti. Da settimane è rinchiusa in casa con mamma e papà. Lui, tra l’altro, per un periodo ha avuto la febbre e si è barricato in una stanza. In quei giorni, racconta la moglie, «noi lo salutavamo dalla finestra e gli passavamo da lì il pranzo e la cena». Le preoccupazioni non sono mancate: «Come tutti i genitori avremmo voluto proteggerla da questo e dalle notizie allarmanti che, anche involontariamente, è capitato di sentire. In questo periodo di reclusione forzata non si è parlato però solo di fatti tragici, ma anche del grande impegno e sacrificio profuso dai medici e dal personale sanitario». La bambina è rimasta molto colpita da questi racconti, al punto che un giorno ha chiesto: «Mamma, io cosa posso fare per questi dottori? Ci stanno aiutando e anche io devo fare qualcosa per loro».
Detto, fatto. «Siamo rimasti subito colpiti da questa sua riflessione - commenta la donna -: è una bambina sensibile ma non ci saremmo davvero immaginati che volesse impegnarsi così a fondo per fare qualcosa di utile per gli altri». Inizialmente la piccola aveva pensato a delle mascherine, poi le è venuta l’idea di fare «una delle cose che più la diverte e che meglio le riesce, ossia preparare dei biscotti al burro che poi, io e mio marito, avremmo dovuto vendere a vicini di casa e colleghi di lavoro in cambio di un’offerta. Abbiamo cercato di spiegarle che l’idea era molto nobile ma, allo stesso tempo, necessitava di molto impegno da parte sua e che, ogni volta ci si prende un impegno, è necessario portarlo a termine. Non sono state necessarie altre parole e spiegazioni».
In una settimana la bambina ha sfornato 500 biscotti e li ha confezionati aggiungendo anche il foglietto degli ingredienti, l’iniziale colorata del destinatario e decori disegnati coi pastelli. Un lungo lavoro di mattarello, formine e generosità che ha portato la famiglia a raccogliere 320 euro per aiutiAMObrescia. Un tesoretto raccolto tra i vicini di casa e i colleghi del papà e della zia che hanno appoggiato con entusiasmo il progetto della piccola pasticciera. Un tesoretto prezioso per chi sta lottando in prima linea contro il Covid-19.
«Non siamo avvezzi ad esporla - confessa la mamma -, ma siamo davvero fieri di questa bambina così speciale: ha avuto la sensibilità di capire che parte del proprio tempo può essere dedicato ad aiutare chi sta rischiando la vita per noi. La filantropia e l’impegno non hanno età e siamo certi che ognuno di noi, anche a sette anni, può fare la differenza». È infatti merito di piccoli e grandi gesti arrivati dal cuore se la Fondazione Comunità Bresciana e il GdB hanno raccolto oltre 16,5 milioni di euro e li hanno in buona parte già investiti per distribuire dispositivi di protezione individuale a ospedali, strutture assistenziali, forze dell’ordine e soccorritori e, tra mille altre cose, hanno creato anche nuovi posti letto in terapia intensiva. Un’operazione che continua, grazie anche a questa bambina.
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