Un'estate di divertimento e riflessione a Cocca Veglie per i bambini ucraini
Cappellini, zainetti, sorrisi e tanta, tantissima, voglia di fare e imparare. È ciò che 48 bambini ucraini hanno portato a Cocca Veglie. Questa per loro, nella casa vacanze di padre Pierangelo Ferrari, sarà una settimana di divertimento, riflessione e scoperta: «Sono profughi fuggiti dalla guerra - racconta padre Pippo -, ospitati nel Bresciano e arrivati da noi a Capovalle grazie a un’associazione cattolica ucraina insieme a 18 persone adulte con vari ruoli: dai cuochi agli animatori».
Il loro soggiorno a 1.250 metri d’altitudine dura una settimana ed è pieno di cose da fare: giochi, animazione, gite (sono stati al lago d’Idro) e momenti di riflessione perché, come spiega padre Pippo, «dobbiamo capire di cosa hanno bisogno: sono provati dal trasferimento in Italia, i loro papà sono lontani e le notizie della guerra raggiungono anche loro». Finita la vacanza, lunedì la grande casa nei boschi gestita dagli «Amici di Cocca Veglie» e meta di generazioni di piccoli bresciani si riempirà di altri bambini e animatori ucraini, per un totale di 70 persone.
Il progetto, finanziato anche grazie a una raccolta fondi, proseguirà poi dall’11 al 22 luglio con il soggiorno a Capovalle di un gruppo di scout ucraini: «Sono una sessantina, vivono tutt’ora in una zona relativamente tranquilla dell’Ucraina e raggiungeranno la nostra struttura in pullman - racconta -. La loro vacanza è stata organizzata dall’Agesci Brescia, il loro gancio italiano». E ancora: un altro gruppo di 70-80 ucraini, tra minori e animatori ospitati un po’ in tutta Italia, è atteso a Cocca Veglie a metà agosto.
Tra i boschi
Quella tra i boschi di Capovalle sarà insomma un’altra estate di divertimento e riflessione a contatto con la natura per tantissimi bambini. Nell’agenda di padre Pippo ci sono infatti almeno 11 gruppi (scout e parrocchiali) che hanno già prenotato la vacanza.
Gli «Amici di Cocca Veglie», ricordiamo, dispongono di più strutture: la «Cocca Veglie 1» ha una capienza di 84 persone, la «Cocca Veglie Bis» di 46 e la «Tris» 58; a queste si aggiunge la «Base Scout Malga Cler» gestita dalla Fondazione San Giorgio. In passato questi ambienti hanno ospitato più volte i bambini di Chernobyl, palestinesi e israeliani. Ora è la volta degli ucraini che, come sottolinea il religioso, «hanno bisogno di vivere momenti insieme in spensieratezza».
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