Valcamonica

La crisi colpisce il caseificio della Rosa camuna

Preoccupati gli allevatori Il sindaco di Edolo solleva il «caso Cissva» in Comunità montana
Cissva, sede e il punto vendita di Capo di Ponte © www.giornaledibrescia.it
Cissva, sede e il punto vendita di Capo di Ponte © www.giornaledibrescia.it
AA

Che la situazione, nella patria dei formaggi camuni, non fosse rosea lo si sapeva da un po’. Ma tutto viaggiava sotto traccia. Le preoccupazioni degli allevatori camuni si sono moltiplicate e i loro timori hanno iniziato a fare rumore. Fino alla foce, nei giorni scorsi, nell’assemblea della Comunità montana, quando a sollevare il coperchio è stato il sindaco di Edolo Luca Masneri, che si è fatto portavoce dell’apprensione del mondo agricolo valligiano.

La Cissva, il caseificio camuno padre della Rosa camuna, è in crisi. Il bilancio è in difficoltà e, nelle ultime settimane, sarebbe intervenuta un’associazione di categoria per stabilizzare la situazione. «È un tema che va posto seriamente - ha esordito Masneri -, non può passare nel silenzio. Un po’ di errori ci sono stati e diversi agricoltori hanno sollevato preoccupazioni sulla sua solvibilità e le prospettive di sviluppo di Cissva. I timori sono legittimi ma non si tratta di un problema solo dei soci, deve coinvolgere la politica e il territorio». Nel ciclone c’è il comparto lattiero-caseario camuno e per questo il primo cittadino edolese ha chiesto agli amministratori della Comunità montana di «verificare e sorvegliare».

«Se non ci occupiamo di agricoltura di montagna - prosegue Masneri - di cos’altro? Da tempo nelle stalle serpeggia il malessere e non ci si può lavare le mani solo perché gli enti sono usciti da questa realtà».

Sostegno. Lo scorso anno la Comunità ha alienato le quote possedute in Cissva per un obbligo di legge. Ma, secondo l’assessore all’Agricoltura Carlo Sacristani sono stati individuati altri modi per essere vicini alle aziende agricole. «Sappiamo che il prezzo del latte non è remunerativo - ha commentato -, ma il nostro ruolo è marginale e quello che possiamo fare lo facciamo. Ad esempio garantendo il servizio di analisi del latte: prima si svolgeva tramite il centro servizi Gal, ora l’abbiamo trasformato in un contributo per coprire le spese. La somma più alta va a Cissva perché ha tanti allevatori». L’assessore ha reso noto d’aver anche incontrato il sindaco di Capo di Ponte e il presidente di Cissva per parlare della galleria-centro di stoccaggio: «Vogliamo mantenere le risorse sul territorio e dare una mano a Cissva: c’è massima collaborazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato