UniBs verso i 17mila iscritti, «ma i tagli ai fondi peseranno»
Luci e ombre. Luci perché l’Università di Brescia è a un passo dal traguardo dei 17mila iscritti: il record. Ombre perché il taglio del finanziamento statale ha raggiunto una contrazione «mai registrata nel recente passato». È una inaugurazione dell’anno accademico in chiaroscuro quella andata in scena nell’aula magna di Medicina. Dopo i saluti istituzionali della sindaca Laura Castelletti, del presidente della Provincia Emanuele Moraschini e dell’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro della Regione Simona Tironi, si entra subito nel clou della cerimonia con il discorso del rettore Castelli, che anche a margine ha toccato i temi più caldi del momento.
Note dolenti
Si parte dalle note dolenti perché, purtroppo, il quadro generale in cui è chiamato a muoversi l’ateneo cittadino non è certo tra i più confortanti: «La situazione del nostro Paese nel contesto europeo – osserva il magnifico – rimane critica, con un tasso di istruzione terziaria nella fascia di età 25-39 anni ben al di sotto della media dell’Europa continentale e la nostra Provincia purtroppo non fa eccezione. È evidente che lo sforzo di incrementare una educazione terziaria di qualità dovrebbe essere ben chiaro a tutti i decisori politici a tutti i livelli se si vuole mantenere una competitività economica e culturale che continui ad assicurare benessere al nostro Paese». Alle criticità si aggiunge quest’anno il drastico taglio del Fondo di finanziamento ordinario: «Peserà significativamente sul sistema universitario, compresa l’Università di Brescia (che riceverà 6 milioni in meno, ndr). Sebbene la situazione patrimoniale del nostro ateneo sia solida, tale contrazione del contributo statale, se diverrà strutturale, inciderà in misura non trascurabile sugli equilibri della gestione corrente richiedendo già ora, e a maggior ragione nei prossimi anni particolare attenzione nella programmazione degli investimenti e delle politiche di reclutamento».
Luce propria
In questo panorama dipinto a tinte fosche l’UniBs brilla però di luce propria. Lo conferma la crescita di reputazione e di gradimento dell’offerta didattica: «L’offerta formativa è ormai giunta a 30 corsi di laurea triennale, 24 magistrali, 5 a ciclo unico oltre a master, dottorati e molte scuole di specializzazione, prevalentemente in area medica. Tutto questo in sette sedi di insegnamento a testimonianza di una strategia di prossimità molto faticosa, ma funzionale a raggiungere capillarmente le esigenze degli studenti. Sinora questi sforzi sono stati coronati da un progressivo apprezzamento. Il numero degli studenti iscritti è in crescita e, se le proiezioni delle iscrizioni saranno confermate, quest’anno potremo superare la soglia dei 17.000 iscritti».
Sinergie e alleanze
Anche i parametri relativi alla ricerca, come testimoniano le principali classifiche internazionali, «sono elevatissimi, ma vogliamo fare ancora di più per posizionare stabilmente il nostro ateneo in un contesto internazionale di sempre maggiore innovazione e trasferimento tecnologico». Di qui l’appello: «È assolutamente necessario che le istituzioni pubbliche e private del territorio comprendano il valore aggiunto della "loro" università supportandola e creando sinergie e alleanze in ottica di mutua fiducia».
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