Cultura

I grandi numeri del Grande, sempre più vivo e giovane

Quadruplicate le presenze a teatro dal 2010. Angelini: «Sogno di recuperare anche la Sala delle Statue»
TEATRO GRANDE, 2017 AL TOP
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Centoquattro eventi, 41.586 presenze (contro le 9.242 del 2010) e un 39% in più di under 30 rispetto all’anno precedente. Sono i grandi numeri del Grande: nel 2017 il Massimo teatro cittadino si è dimostrato ancora più vivo, innovativo e giovane. E la critica, gli artisti e il pubblico l’hanno premiato con il proprio consenso.

«Grande» è quindi la soddisfazione del sovrintendente e direttore artistico Umberto Angelini: «La crescita continua e notevole delle presenze - commenta - dimostra che non è il singolo spettacolo ad attrarre, ma l’intero programma artistico che viene proposto». Un programma che nel 2017 ha visto la tradizionale stagione d’opera e balletto (26 eventi) affiancarsi all’attività concertistica (26), alla danza (17) e ai progetti speciali, culturali e per l’infanzia (24 solo questi ultimi). Il tutto con un occhio di riguardo «alla sperimentazione e alla ricerca».

Rispetto al passato sono aumentati gli eventi (102 organizzati direttamente dalla Fondazione, contro gli 89 del 2016, e 2 proposti in collaborazione con altre realtà), gli spettatori (41.586, ossia il 10% in più del 2016, quando erano 37.664) e, tra questi, la quota degli under 30, che nel 2017 ha raggiunto il valore più alto degli ultimi sette anni (11.994 contro gli 8.619 del 2016 e i 2.245 del 2011). Obiettivo raggiunto? «Sì - è la risposta di Angelini -, ma non ci accontentiamo e vogliamo migliorare ancora». Affinché ciò sia possibile la Fondazione (che gestisce il teatro dal 2010) spera che a questo successo in termini di consensi corrisponda «un aumento delle risorse pubbliche e private a disposizione»: oltre all’appoggio del Comune, «la Provincia è entrata a far parte della Fondazione e la Regione ci ha dato un sostegno straordinario che mi auguro, nel tempo, diventi ordinario: ci servono gambe più forti per fare di più».

Questo a beneficio di tutti, perché «il Grande è un moltiplicatore economico importante: ogni euro investito nell’attività ha un impatto significativo sulla città. Mi riferisco alla ricaduta diretta (oltre 130mila euro di spese di alloggio e vitto) generata dai 1.505 artisti in scena nel 2017. Ma anche al lavoro, meno visibile ma non meno importante, di sarte, fabbri e falegnami. Per non parlare poi del grande indotto mosso dal pubblico». Forte di questi dati più che incoraggianti, la Fondazione guarda al futuro con rinnovato entusiasmo. Il 2018 sarà l’anno in cui il Ridotto verrà restituito alla città in tutto il suo antico splendore: l’opera di recupero, che ha visto in prima linea gli esperti e gli studenti della Laba e dell’Hdemia Santa Giulia, «verrà conclusa in agosto. I ritardi sono legati al fatto che siamo riusciti a portare alla luce affreschi dei quali non eravamo a conoscenza». Il teatro, da settembre, investirà ancora di più nel bar «per rendere questo spazio maggiormente fruibile dalla città». Il «pallino» di Angelini, però, è «restaurare la Sala delle Statue. Per farlo abbiamo bisogno di risorse. Un privato si è detto disposto ad aiutarci. Ora, tutti, dobbiamo rimboccarci le maniche».

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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