Ricerca in Europa, premio Marie Curie alla bresciana Valentina Bonomi

Fu la prima donna a insegnare alla Sorbona di Parigi, la prima a ricevere un premio Nobel (per la Fisica). E l’unica a ottenerne anche un altro (per la Chimica). A lei, che lavorò fianco a fianco del marito, si deve la scoperta di elementi radioattivi come il radio e il polonio, che si chiama così proprio in onore della sua terra natale, la Polonia. Marie Curie viene definita «la madre della fisica moderna» e viene ricordata in tutto il mondo per il suo impegno, il suo coraggio (iniziò a studiare in una classe segreta) e i suoi risultati.
A far risuonare nella nostra città (e in Portogallo) il suo nome, considerato in ambito accademico un sinonimo di eccellenza, è Valentina Bonomi, la bresciana laureata in Ingegneria gestionale che si è aggiudicata la borsa di studio Marie Curie con un progetto di post-dottorato che svolge a Lisbona in collaborazione con le Poste portoghesi per ottimizzare il sistema di consegna dei pacchi riducendone l’impatto ambientale.
Chi è
Classe 1995, Valentina si è diplomata al liceo scientifico Calini. Con le pagelle che aveva avrebbe potuto frequentare qualsiasi facoltà universitaria, ma «essendo nata di fronte a Ingegneria ho scelto quella», scherza lei. Complice un’innata passione per «organizzare le cose», ha dedicato i suoi studi alla risoluzione di problemi reali con modelli matematici.
Per la tesi magistrale (relatrice, come per la triennale, la prof. Renata Mansini della Statale di Brescia) è volata in Canada dove, con la mente concentrata sugli «algoritmi di ottimizzazione», si è messa a studiare il percorso migliore, senza sprechi, per i servizi a domicilio svolti da un ospedale del posto. Il risultato è stato apprezzato anche nella nostra città: la Camera di Commercio le ha infatti assegnato un premio per la miglior tesi 2020/2021 scritta all’estero in ambito scientifico.
Tra Brescia e l’Istituto superiore tecnico dell’Università di Lisbona (il Cegist) Valentina ha svolto il dottorato (con UniBs) in Ingegneria dell’Informazione. Concluso questo percorso è rimasta al Cegist, dove risulta essere la prima ricercatrice ad aver vinto il Premio Marie Curie.
«Per me è un onore e una responsabilità - commenta -. Sono felice di aver conquistato un riconoscimento in ambito scientifico dedicato a una donna». Da assistente alla didattica in Informatica all’UniBs, Valentina ricorda che le studentesse in questi ambiti sono in minoranza: «Cinque o sei su sessanta, quando sono tante. Purtroppo nei confronti di Ingegneria c’è ancora un blocco mentale». Un blocco che, chissà, il suo esempio potrebbe contribuire a sciogliere.
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