Premio Bulloni 2024 a Dutùr Kaos: «Tra i bimbi malati il senso della vita»
All’anagrafe è Gabriele Bertarini, ma quando entra in ospedale con camice bianco e disegni sul viso diventa «dottor Zio Tabuba Baubau Micio Micio Miao Miao».
«Sembra difficile per gli adulti, ma i bambini lo pronunciano benissimo», racconta lui. Che, oltre ad essere un gioielliere, guida i «Dutùr Kaos» di Brescia, i volontari insigniti quest’anno del Premio Bulloni per la loro capacità di portare allegria e amore nei reparti pediatrici. «Non ce l’aspettavamo - è la sua reazione -. Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio e felicità».
La storia
Attivi dal 2002 (prima solo al Civile e da 12 anni anche a Manerbio) «ora siamo 110-120 e operiamo, a turno, tutti i giorni rossi che ci sono nel calendario: 10 di noi vanno a Brescia, 4 a Manerbio». Con abiti sgargianti, occhialoni, bolle di sapone e giochi di magia «cerchiamo di far sorridere i bambini e far respirare le famiglie. La domenica negli ospedali regna il silenzio e il tempo non passa più: noi entriamo nelle stanze e proviamo a far divertire i piccoli pazienti ricoverati».
L’effetto è positivo per bambini, mamme e papà, ma anche per gli stessi «Dutùr Kaos»: «In quei reparti si respira un’energia potentissima. Anche quando sembra che tutto stia andando a rotoli, i bambini si attaccano alla vita e danno speranza a tutti».
Emozioni
Prima di indossare il camice questi volontari seguono un percorso di formazione che dura 3 mesi (all’ultimo sono arrivate 140 domande per una trentina di posti). Inoltre, dopo ogni uscita, «ci fermiamo per parlare, far uscire le emozioni». Anche dopo anni di esperienza non è infatti facile, pure per loro, approcciarsi a situazioni molto delicate.
Che toccano il cuore e cambiano la vita: «Con alcune famiglie si crea un rapporto duraturo - spiega -. Di recente sono andato alla prima comunione di una bambina che ho visto entrare in ospedale una domenica di 5 anni fa per un mal di schiena. Ho assistito al suo declino e alla sua rinascita. Storie come questa ci insegnano quanto è bella la vita».
Bertarini è diventato un «Dutùr Kaos» nel 2007 come segno di riconoscenza per non aver mai visto i propri figli entrare in un ospedale. E a tutti i genitori di questi bambini dedica il Premio Bulloni: «Dimostrano una forza grandissima, sono dei veri eroi».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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