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«Nel ricordo del nostro piccolo Giorgio facciamo grande insieme la Casa di Leo»

Michela Sacco, di Lonato del Garda, lancia un appello per sostenere la struttura che la ospitò insieme al suo bambino morto nel 2017 per un tumore al fegato
Giorgio è morto a 15 mesi per un tumore al fegato, nel 2017
Giorgio è morto a 15 mesi per un tumore al fegato, nel 2017
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Occhi blu, capelli biondi, papillon a pois, sorriso dolcissimo. Giorgio era un piccolo principe. Un tumore al fegato se l’è portato via quando aveva soltanto quindici mesi. I mesi «più brutti e più belli della mia vita», racconta ora la sua mamma, Michela Sacco.

Nato nell’agosto 2017, Giorgio è stato ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo nel febbraio 2018 perché «da tre mesi lottavamo contro un epatoblastoma – racconta la donna di Lonato –. I primi mesi siamo stati in albergo, poi ho conosciuto Susanna, la mamma di Leo, e io e Giorgio ci siamo trasferiti nella struttura di Treviolo (Bg) che lei e il marito hanno creato dopo aver vissuto un’esperienza analoga con il figlio all’estero. Per noi questa è stata la soluzione ideale. Mio marito, nel frattempo, andava avanti e indietro perché non potevamo permetterci di interrompere entrambi il lavoro e perché abbiamo un’altra figlia, più grande, che era rimasta a casa».

Per Michela quella sistemazione ha significato «calore, accoglienza, famiglia. Trovare la Casa di Leo è stata la nostra fortuna non solo dal punto di vista economico, considerate le spese che avremmo avuto rimanendo in hotel, ma soprattutto perché ci ha permesso di condividere spazi con persone che stavano affrontando i nostri stessi percorsi. Lì abbiamo trovato volontari splendidi, personale qualificato, veri amici. E non ci siamo mai sentiti soli». Giorgio dai 4 mesi e mezzo ai 15 è rimasto a Lonato solo due settimane: «La sua vera stanza di colore azzurro era nella Casa di Leo». All’inizio Michela era «spaventata: nella nostra cultura il dolore viene vissuto privatamente, lì, invece, ci ritrovavamo a piangere a mezzanotte con persone fino a poco tempo prima sconosciute. La sera, quando tornavamo dalle visite, trovavamo una grande famiglia che si è costruita nel tempo. Lì, a Treviolo, ho anche scoperto di aspettare la sorellina di Giorgio, che ha i suoi occhi blu».

Per quella che è stata «la casa di Giorgio lontano da casa», Michela e Paolo nutrono grandissima riconoscenza. Organizzano così iniziative (come la pedalata benefica in collaborazione con l’ex ciclista professionista Enrico Bonetti che si svolge dal 2019, la lotteria...) per raccogliere fondi utili a rendere la Casa di Leo ancora più grande. C’è infatti un progetto che consentirà di passare da 5 a 15 camere più 3 appartamenti e di ospitare 100 famiglie all’anno gratuitamente. A dicembre Michela si laureerà in Economia proprio con una tesi dedicata alla Casa, al sogno di vederla crescere e indirettamente a Giorgio che «mi ha insegnato a sorridere sempre».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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