Caro Mario, promettimi la magia
Sono sempre stata allergica al calcio. Non di quelle che non sanno riconoscere un fuorigioco, ma nemmeno una da stadio e birretta.
Eppure, qualcosa in me è cambiato. Tutto è cominciato ad aprile, quando la febbre promozione mi ha contagiata. Un po’ l’entusiasmo dei colleghi, un po’ il dovere di cronaca, in quattro e quattr’otto mi sono trovata a piagnucolare per Corini con la mano sul petto al cospetto della Curva Nord. Non capivo, ho dato la colpa allo stress, con buona pace degli ormoni.
Ma poi Balotelli mi ha dato il colpo di grazia. La notizia del suo arrivo al Brescia mi ha regalato una scarica di entusiasmo che non potevo prevedere. Quella sensazione esaltante di un cerchio che si chiude, la favola che unisce una città intera. Come quando dici «tutto è al posto giusto». Ho chiesto a un amico cosa mi stesse succedendo: «È la magia del calcio». Ed è stato lì che mi sono pentita di non aver fatto la coda sotto al sole per l’abbonamento al Rigamonti.
Caro Mario, ora che hai una tifosa in più sulla coscienza, giurami che smentirai tutti gli scettici. Promettimi che, esultando sotto la gradinata, penserai un po’ anche a chi come me è arrivata in colpevole ritardo. Ma, come ogni amore maturo, ha grandi aspettative.
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