Trapianti di rene: 72 in un anno, 6 da donatori in vita

Per l’Asst Spedali Civili il 2024 è stato un anno positivo anche perché sono state portate a termine due operazioni che qui non erano mai state eseguite prima
Una sala operatoria dell'Ospedale Civile (foto d'archivio)
Una sala operatoria dell'Ospedale Civile (foto d'archivio)
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Trentotto donazioni di organi e tessuti e 72 trapianti di rene: per l’Asst Spedali Civili il 2024 è stato un anno positivo anche perché, al di là dei grandi numeri, sono state portate a termine due operazioni che qui non erano mai state eseguite prima: un prelievo di cuore da donatore a cuore fermo e un ancora più complesso prelievo di polmoni, cuore, fegato e reni sempre da un donatore a cuore fermo.

I prelievi a cuore fermo – è bene precisarlo – non sono una novità: possono avvenire dopo che un medico ha certificato la morte eseguendo un elettro-cardiogramma per 20 minuti. «Da noi – chiarisce Paola Terenghi, responsabile del Coordimanento ospedaliero di procurement (Cop) di organi e tessuti a scopo di trapianto dell’Asst Spedali Civili – vengono eseguiti da anni e riguardano soprattutto organi addominali. Con gli organi toracici l’operazione è più complessa, ma ci siamo spinti anche lì con questi due interventi del 2024».

Donazioni

L’alternativa ai prelievi a cuore fermo, ricordiamo, sono i prelievi a cuore battente, che avvengono a seguito dell’accertamento neurologico della morte. Come spiega Terenghi, «vengono eseguite due valutazioni a distanza di almeno sei ore a cura di un collegio composto da tre medici».

Le donazioni possono essere eseguite in morte o in vita. In questa seconda situazione «possono essere prelevati, ad esempio, la testa del femore, dopo un intervento di protesi d’anca, il midollo osseo, il sangue cordonale, il rene (dopo il nulla osta del magistrato e una valutazione nefrologica, psicologia e di una commissione esterna)». Nel 2024, si diceva, i donatori effettivi sono stati 38 a fronte di 63 accertamenti su possibili donatori: «Tra possibili donatori e donatori effettivi, ovviamente, c’è un gap legato all’opposizione della famiglia o alla mancata idoneità emersa con gli accertamenti».

Reni

I trapianti, invece, che al Civile riguardano i reni, sono stati 72 e in sei casi i donatori erano viventi. Nel 2023 ci sono stati 66 possibili donatori segnalati dei quali 34 effettivi e 80 trapianti dei quali otto da donatori viventi. L’anno prima i donatori segnalati sono stati 50, quelli effettivi 30, e sono stati eseguiti 54 trapianti dei quali sei da donatori viventi. «Numeri che superano il pre-Covid – spiega Terenghi – grazie a una riorganizzazione regionale che ha creato in ogni ospedale un Coordinamento e ha fatto crescere l’attenzione nei confronti dei potenziali donatori. Ogni volta in campo ci sono tanti profili professionali e reparti diversi». In Italia, come spiega Terenghi, «le persone in lista d’attesa per un trapianto sono ottomila. L’attesa media è di almeno due anni».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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