Circa 200mila bresciani soffrono di insonnia: «Mai banalizzarla»

Si può essere allodole, sbadigliare la sera e non avere problemi a svegliarsi presto. Oppure gufi, sentirsi pieni di energia fino a tardi e avere la necessità di posticipare la sveglia al mattino. La cosa importate è «fare della salute del sonno una priorità». A sottolinearlo, citando lo slogan della Giornata mondiale del «dormire bene» che si celebra domani, è Mariapia Pasolini, responsabile del Centro regionale per l’epilessia nell’età adulta dell’Asst Spedali Civili nonché esperta di Medicina del sonno: «La notte deve essere dedicata al sonno: in generale tutti hanno bisogno di dormire 7-8 ore, almeno 8 se si tratta di bambini in età scolare».
I rischi
Nel Bresciano soffrono o hanno sofferto in maniera occasionale di insonnia oltre 200mila persone. La difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno «può avere un impatto sulla salute fisica e mentale. Gli effetti a breve termine – spiega la dottoressa Pasolini – vanno dalla sonnolenza diurna ai problemi cognitivi come la difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria. Possono, inoltre, insorgere disturbi dell’umore come irritabilità e ansia. A lungo termine la privazione cronica del sonno può aumentare il rischio di ipertensione, ictus e infarto, ma anche obesità e diabete di tipo 2. Può inoltre contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer perché interferisce con i processi di pulizia del cervello durante il sonno. L’insonnia è inoltre associata a un rischio maggiore di soffrire di depressione e ansia».
L’uso di farmaci
Consapevole di ciò, la dottoressa Pasolini sconsiglia il fai da te farmacologico. «No – aggiunge l’esperta – anche all’uso prolungato di farmaci o integratori fitoterapici. L’insonnia non va mai sottovalutata o banalizzata: è fondamentale che venga riconosciuta e trattata nell’ottica di prevenirne le conseguenze. Il primo passo è sicuramente rivolgersi al medico curante con l’obiettivo di individuare la soluzione migliore. Una soluzione che può anche non essere farmacologica. Esiste, infatti, pure la terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia che può essere eseguita da uno psicologo con formazione specifica».
I consigli
In vista della Giornata mondiale che si celebra domani, ossia il venerdì che precede l’equinozio di primavera, la dottoressa Pasolini offre ai bresciani qualche consiglio. «Non rimanere a letto più del necessario, ma quanto basta; mantenere una certa regolarità negli orari; evitare di fare attività fisica la sera e di rimanere fino a tardi con lo sguardo rivolto al cellulare o alla televisione perché lo stimolo luminoso attiva la veglia; dormire in una stanza con una temperatura non superiore ai 24 gradi; non coricarsi a digiuno o dopo aver mangiato troppo; ricordarsi che i carboidrati, a differenza delle proteine, favoriscono il sonno, anche se è sempre bene non esagerare».
E ancora: «Dopo le 17.30 andrebbero evitati il tè e il caffè; no, ovviamente, al fumo perché è uno stimolante. E l’alcol va limitato in quanto ipnotico che brucia il sonno buono». Infine una curiosità sul comportamento dei bambini: «Se dormono male – spiega l’esperta – non è detto che, come gli adulti, abbiano sonno durante la giornata: è infatti molto facile che rispondano alla mancanza di sonno con l’iperattività».
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