Piano contro le liste d’attesa: chi non disdice paga lo stesso
Se è vero che al sistema sanitario pubblico si chiede di essere più efficiente e ai medici di migliorare l’appropriatezza prescrittiva (per evitare che si facciano esami non strettamente utili), un «richiamo» viene indirizzato anche ai cittadini affinché mantengano fede ai propri impegni.
Il piano contro le liste d’attesa varato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri prevede, infatti, che il centro unico di prenotazione (del quale anche Regione Lombardia si doterà entro il 2026) attivi un sistema di «recall» per ricordare, 48 prima, al paziente la data in cui dovrà effettuare la visita o l’esame e recepire un’eventuale cancellazione. Ma soprattutto, nel caso in cui non si presenti nel giorno previsto «senza giustificata disdetta, salvi i casi di forza maggiore e impossibilità sopravvenuta, potrà essere tenuto al pagamento all’erogatore pubblico o privato accreditato della quota ordinaria di partecipazione al costo». Il ticket, insomma.
L’obiettivo, come si può immaginare, è quello di agire nei confronti di un problema non di poco conto. Basti ricordare che, come si legge nel Piano socio-sanitario lombardo (approvato in Commissione Sanità a fine maggio), «le prestazioni non erogate per assenza del cittadino all’appuntamento (no show) nel 2022 ammontavano al 25% delle prestazioni ambulatoriali prenotate».
Cosa prevede il piano
Questa è solo una delle novità contenute nel decreto legge da poco approvato. Il piano prevede, infatti, di istituire una piattaforma nazionale delle liste d’attesa (presso l’Agenas) in modo tale da poter avviare un monitoraggio su scala italiana; presso il Ministero della Salute verrà creato inoltre un organismo con funzioni di controllo. Nel documento si parla della necessità di avviare Cup regionali estesi anche alle strutture private accreditate per gestire in maniera integrata le prenotazioni.
Via libera, poi, alle visite in orario serale e nel fine settimana (come già previsto in Lombardia dalla «ricetta» presentata dall’assessore Guido Bertolaso alcuni mesi fa). E ancora: gli ospedali non potranno più bloccare le liste d’attesa. Verrà superato il tetto di spesa per il personale sanitario: inizialmente sarà alzato dal 10 al 15% nelle Regioni che presenteranno la richiesta e dal 2025 verrà sostituito da un nuovo metodo per determinare il fabbisogno. Infine è previsto anche un sistema a premi e sanzioni per i vertici delle aziende sanitarie del Sistema sanitario pubblico in base ai risultati che otterranno in materia di rispetto dei tempi.
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