Personale sanitario: sale il compenso per il lavoro extra
Cinquanta euro lordi l’ora per tutti: infermieri, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia... È una misura che mira a non fare differenze, a riconoscere il valore del lavoro e, indirettamente, anche ad abbattere le liste d’attesa, quella varata dalla Regione per finanziare le prestazioni aggiuntive del personale delle professioni sanitarie del comparto.
Stop, quindi, ai compensi non uniformi che facevano riferimento a contrattazioni aziendali (tariffe medie attorno ai 25 euro e turni, ad esempio, in pronto soccorso a 50 euro l’ora): per il 2024 la tariffa oraria lorda è 50 euro per tutte le tipologie di prestazioni extra.
A tanto si è arrivati dopo un confronto costruttivo tra la delegazione trattante di parte pubblica della Regione e le organizzazioni sindacali della sanità. Obiettivo: «Ridurre le liste di attesa - spiegano da Palazzo Lombardia - garantendo un adeguato riconoscimento ai dipendenti».
Le reazioni
La notizia è stata accolta con favore da Stefania Pace, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Brescia: «Cinquanta euro lordi l’ora per tutti rappresentano un bel segno di omogeneità e sottolineano l’importanza delle nostre professioni». È soddisfatto anche Luigi Peroni, coordinatore regionale e presidente provinciale dell’Ordine delle professioni sanitarie: «Tutto ciò che serve ad abbattere le liste d’attesa e ad agevolare i percorsi sanitari dei cittadini ci vede a favore. Con questo incremento della tariffa delle prestazioni aggiuntive si va a riconoscere la professionalità delle persone e il loro diritto ad ottenere un giusto compenso».
L’Ordine al quale fanno riferimento 18 professioni sanitarie (dai tecnici di radiologia ai tecnici della prevenzione negli ambienti di lavoro) «non è un sindacato - precisa Peroni -, ma un’istituzione dello Stato a tutela dei cittadini. Detto questo abbiamo rispetto per le procedure sindacali» che, nello specifico, hanno portato alla nuova tariffa uniforme. Ora, sapendo che in molte situazioni «i nostri iscritti lavorano sotto organico», l’Ordine terrà gli occhi aperti affinché questo riconoscimento economico non porti a un eccesso di lavoro «a discapito della salvaguardia dei nostri operatori e della garanzia di prestazioni corrette verso i cittadini. È bene sottolinearlo, ma siamo certi che i sindacati e i coordinatori delle professioni sanitarie sapranno gestire al meglio le turnazioni affinché ciò non si verifichi».
A proposito di carenza di personale Peroni fa sapere che «alcune Asst lombarde hanno chiesto alle Università di riattivare o potenziare i corsi di laurea nelle sedi distaccate per alcune professioni sanitarie come quelle dei tecnici di radiologia e di laboratorio». In questi giorni, inoltre, l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso è negli Usa per gettare le basi di un percorso che possa portare al riavvicinamento di medici, ricercatori e professionisti sanitari italiani che operano là. Il viaggio segue a quello in Sud America per reclutare infermieri. In Lombardia ne mancano novemila. E quattromila originari della nostra regione lavorano all’estero.
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