Ora in Lombardia c’è una legge che riconosce l’importanza dei soccorritori
Riconoscere l’importanza dei soccorritori nel contesto dell’emergenza-urgenza, rafforzarne i percorsi formativi che garantiscano a queste figure «un’adeguata competenza professionale e una capacità di risposta tempestiva e appropriata in situazioni di grave criticità» e promuovere «questa particolare forma di volontariato, con l’auspicio che ciò possa incentivare l’adesione di altri cittadini».
Sono, in estrema sintesi, gli obiettivi del progetto di legge regionale approvato martedì dal Consiglio su proposta del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia (relatore il capogruppo Christian Garavaglia).
Cosa cambia
Tre sono le figure interessate: i soccorritori, gli autisti soccorritori e gli operatori tecnici delle centrali operative. La novità principale concerne il rafforzamento dell’insieme di competenze «già comunque ottimali - ammettono da Palazzo Lombardia - necessarie per il servizio di soccorso e le attività inerenti al trasporto sanitario, al fine di operare in funzione di una visione di sistema che possa ulteriormente potenziare il servizio sanitario regionale».
Ad oggi per i soccorritori esiste un piano di formazione e riqualifica periodica delineato da Areu, mentre per gli autisti è tutto in capo alle singole associazioni e manca uniformità a livello regionale. Per chi è già in servizio non dovrebbe cambiare nulla. Ai nuovi aspiranti volontari verrà invece chiesto di affrontare un percorso potenziato.
I dettagli non sono ancora stati definiti: la decisione spetterà nei prossimi mesi alla Giunta Fontana e ad Areu. Intanto, nella relazione tecnica-finanziaria legata alla proposta di legge, si ipotizza di portare a quota 200 le ore di apprendimento teorico e pratico, tirocinio compreso, a fronte delle attuali 120 ore del corso base, che in molti casi arrivano già a 160-180.
Per la consigliera regionale (di casa nel Bresciano) Claudia Carzeri (FI) questo provvedimento ha un valore importante: «Quando i progetti di legge nascono dalla sussidiarietà e dal confronto con le associazioni, il risultato è sempre un testo utile perché condiviso con chi affronta tutti i giorni le situazioni e le condizioni emergenziali. Garantire la riconoscibilità di queste figure è un passo avanti per dar loro il giusto valore e merito: donne e uomini che salvano quotidianamente centinaia di vite, da volontari. Un orgoglio del Terzo Settore da tutelare e proteggere».
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