«Non scuoterlo»: Brescia illumina il Civile contro la Shaken Baby Syndrome

Domenica 6 aprile anche la nostra città celebra la Giornata nazionale dedicata alla prevenzione della sindrome del bambino scosso
Un bimbo di pochi mesi che dorme - Foto unsplash.com
Un bimbo di pochi mesi che dorme - Foto unsplash.com
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Mai scuotere un neonato nel tentativo di calmarlo. Le conseguenze di questa azione possono essere gravissime: si parla di danni cerebrali talmente importanti da portare in alcuni casi alla morte. Con questa consapevolezza domenica 6 aprile, anche Brescia celebrerà la Giornata nazionale dedicata alla prevenzione della sindrome del bambino scosso, la Shaken Baby Syndrome.

A partire dal tramonto la facciata degli Spedali Civili si illuminerà di arancione, colore simbolo della campagna, che è promossa da Simeup (Società italiana di emergenza e urgenza pediatrica) e Terre des Hommes, fondazione attiva per la tutela dei minori.

Nel pomeriggio operatori del Pronto soccorso pediatrico e della Neonatologia saranno nell’atrio di ingresso dell’ospedale e al nido per sensibilizzare la cittadinanza e ricordare che, ancora oggi un bambino su quattro vittima di questa procedura non sopravvive.

L’iniziativa, che si ripete per la seconda volta a Brescia, porterà in settanta città italiane la campagna «Non scuoterlo!» lanciata da Terre des Hommes nel 2017 con il sostegno della Rete Ospedaliera contro il Maltrattamento infantile.

Come spiegano i promotori dell’iniziativa «la Shaken Baby Syndrome spesso porta a gravi traumi cerebrali, che possono avvenire nei neonati o nei piccoli lattanti se scossi violentemente, talvolta da parte di genitori estenuati dal pianto del bambino; e il pianto del bambino piccolo è un evento tutt’altro che eccezionale».

Poiché può capitare a chiunque di perdere il controllo, «è fondamentale – spiegano – accorgersi di non avere più risorse per calmare il proprio figlio e quindi chiedere aiuto a familiari, amici, al consultorio, al proprio pediatra, al pronto soccorso. I genitori devono sapere di non essere soli e che se chiedono aiuto, non verranno giudicati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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