Liste d’attesa: in Valcamonica visite fino a sera, ma mancano i medici

In particolare mancano dermatologi e oculisti. L’Asst camuno sta facendo gli straordinari per soddisfare l’utenza, nonostante le criticità legate alla carenza generale di medici
Una dottoressa -  © www.giornaledibrescia.it
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Gli ambulatori di Cardiologia aperti fino alle 20 tre giorni a settimana, quelli di Ortopedia, Neurologia e Chirurgia quattro. E l’Oncologia e la Diagnostica per immagini operative anche il sabato mattina. L’Asst Valcamonica sta facendo gli «straordinari» per soddisfare le crescenti esigenze dell’utenza in linea con quanto previsto dalla «ricetta» dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso che, per abbattere le liste d’attesa, prevede di recuperare entro fine anno 8 milioni di prestazioni (tra prime visite ed esami diagnostici) in Lombardia con un piano da 61 milioni di euro.

Fast-Cup

Come ci fa sapere l’azienda, l’offerta in Valle è stata potenziata da tempo. E, in aggiunta, è in corso un progetto volto a «ottimizzare la gestione delle liste d’attesa attraverso l’adozione di un sistema di presa in carico diretta del percorso diagnostico-terapeutico per i pazienti visitati dagli specialisti interni- spiega il direttore amministrativo Gabriele Ceresetti -. Tale sistema, denominato Fast-Cup, permetterà sia al medico in visita ambulatoriale sia al reparto ospedaliero in fase di dimissione una gestione rapida ed efficiente degli slot disponibili per controlli e follow-up con particolare attenzione ai pazienti oncologici, prenotando sin da subito al cittadino la visita successiva».

L’impegno organizzativo che interessa tutti gli ambulatori (dalla Diabetologia alla Immunologia, dalla Endocrinologia alla Chirurgia plastica) è notevole, anche perché deve scontrarsi con alcune criticità come «la nota carenza di risorse mediche a livello nazionale che comporta, in Valcamonica, difficoltà nella specialità di dermatologia, con un solo medico disponibile, ed oculistica, con due soli medici, poiché questi specialisti devono garantire non solo l’offerta ambulatoriale, ma anche le consulenze per i reparti ospedalieri e il pronto soccorso.
La stessa sfida significativa - aggiunge Ceresetti - avviene per la diagnostica per immagini, dove l’incremento pur costante del volume di prestazioni erogate fatica a soddisfare una domanda in forte crescita dovuta all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche». Il piano camuno, dicevamo, è in linea con le direttive dell’assessore Bertolaso, per l’abbattimento delle liste.

La ricetta Bertolaso

Sul piatto ci sono 61 milioni di euro: 41 sono destinati agli erogatori pubblici e 20 ai privati accreditati. I primi sono chiamati a effettuare 3.764.800 prestazioni (prime visite, colonscopie, ecografie, elettrocardiogramma...) delle quali 465.200 nel territorio di Ats Brescia e 138.200 in quello della Ats della Montagna, che comprende Valcamonica e Valtellina. I secondi, ossia i privati accreditati, dovranno invece farne (entro dicembre) 4.328.000, delle quali 511.000 nell’area di Ats Brescia e 38.900 in quello della Ats della montagna.

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