Franco Locatelli: «Il futuro è oggi e si investa di più nella ricerca»

Il presidente del Consiglio superiore di sanità ospite dell’incontro di Fondazione Beretta sulla medicina di precisione
Nuove frontiere per la cura dei tumori
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«Se un giorno fosse possibile, perché non dovremmo adattare la cura di ogni tumore al codice genetico del paziente? Perché questa procedura non dovrebbe diventare routinaria? Perché non dovremmo trovare la giusta dose di una medicina con la stessa facilità con la quale oggi misuriamo la nostra temperatura?».

Parte da questi interrogativi espressi nel 2015 dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama la lectio magistralis tenuta all’UniBs da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), nonché professore di Pediatria alla Cattolica e direttore del dipartimento di Ematologia e Oncologia pediatrica al Bambino Gesù di Roma: «Le caratteristiche uniche e irripetibili di ogni individuo devono essere la nostra stella polare», ha detto Locatelli facendo riferimento alla ricerca con la consapevolezza che l’innovazione in medicina sia «una spinta formidabile al miglioramento della qualità delle cure. Il futuro è oggi. Per questo è necessario investire molto di più in ricerca, potenziando il ruolo del Sistema sanitario nazionale».

Lectio magistralis

A invitarlo a parlare di queste tematiche nella nostra città è stata la Fondazione Beretta per lo studio e la cura dei tumori il cui presidente Pietro Gussalli Beretta ha messo in luce l’importanza di «individuare cure in modo sempre più precoce ed efficace».

Introdotto dal preside di Facoltà Antonio Vita, che ne ha evidenziato l’effetto rassicurante generato ai tempi del Covid quando rivestita il ruolo di presidente del Comitato tecnico scientifico per il superamento dell’emergenza («È stato un padre per tutti noi che attendavamo le sue notizie»), Locatelli, originario della sponda bergamasca del Sebino, ha sottolineato il valore della medicina personalizzata. Che utilizza le informazioni relative ai geni, alle proteine e all’ambiente nel quale un persona vive con la finalità di prevenire, diagnosticare e curare una malattia. Correlata a questa è la medicina di precisione che trova la sua applicazione principale (ma non esclusiva) in Oncologia.

Citando i risultati incoraggianti degli studi che sta seguendo, Locatelli ha parlato dei «farmaci viventi». O meglio delle terapie basate sulle cellule Car-T generate nelle «officine farmaceutiche» partendo dai linfociti del paziente. Terapie che «hanno avuto riscontri positivi in caso di tumori ematologici e malattie autoimmuni anche in ambito neurologico». Tra le ricerche dell’ospedale Bambino Gesù riferite dal professore ai numerosi studenti presenti in aula magna una riguarda la talassemia e la possibilità di «inattivare il gene BCL11A per riportare indietro le lancette dell’orologio biologico ripristinando la sintesi dell’emoglobina fetale».

In chiusura Località ha evidenziato ancora una volta l’importanza di finanziare la ricerca e ha lanciato un appello affinché si mantenga in buona salute il Sistema sanitario con la consapevolezza che fattori come «l’inarrestabile evoluzione tecnologica, con il conseguente incremento dei costi, l’invecchiamento della popolazione e il mutamento degli scenari delle malattie, congiuntamente all’inflazione e alle difficoltà della finanza pubblica» l’abbiano reso «fortemente sottofinanziato».

Rinnovando il suo impegno concreto, la Fondazione Beretta ha quindi assegnato un premio alla miglior pubblicazione edita nel 2023 sull’immunoterapia nei tumori solidi a Giuseppe Lamberti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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