Stanotte si cambia l’ora, quali sono gli effetti sulla salute

Spostare le lancette non è più necessario: i cellulari moderni si adattano ormai da soli all’ora legale. Non si può dire lo stesso, però, per il nostro corpo: anche se la notte – quella tra sabato 29 e domenica 30 marzo – perderà soltanto sessanta minuti «è come se vivessimo tutti un piccolo jet lag, in linea con il jet lag sociale della popolazione più giovane. Con gli effetti tipici di una modesta deprivazione del sonno». Che, a breve termine, vanno dalla sonnolenza diurna ai problemi cognitivi come la difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria fino ai disturbi dell'umore come ansia e irritabilità.
A farlo notare è Mariapia Pasolini, responsabile del Centro regionale per l’epilessia nell’età adulta dell’Asst Spedali Civili nonché esperta di Medicina del sonno: «L’organismo – spiega la dottoressa – ha bisogno di adattarsi a questo cambiamento all’apparenza limitato. In vista del passaggio all’ora legale bisognerebbe, infatti, anticipare gradualmente l’ora del risveglio. Iniziare due giorni prima non basta: per abituarsi servirebbero alcune settimane. Vale il principio secondo il quale "più piano ci si adatta, meglio ci si adatta"». Tra i soggetti che fanno più fatica a modificare l’abitudine ci sono i bambini. Tutti, però, ricorda l’esperta, «abbiamo bisogno di regolarità per avere un sonno quantitativamente e qualitativamente buono».
Il passaggio all’ora legale – introdotto in Italia in tempo di guerra (la prima volta nel 1916 e poi, stabilmente, dal 1966) – è legato alla volontà di sfruttare la luce del sole per risparmiare energia. Nel 2018 la Commissione europea aveva avanzato la proposta di abolizione del cambio dell’ora, che, però, non è andata a buon fine.
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