Cucina

I 5 nuovi ristoranti bresciani che saranno sulla Guida Michelin 2023

La Rossa sarà presentata nella serata di gala di martedì 8 novembre in Franciacorta: inizia il conto alla rovescia
Uno scorcio di Felter alle Rose a Salò - Foto tratta dalla pagina Facebook
Uno scorcio di Felter alle Rose a Salò - Foto tratta dalla pagina Facebook
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In attesa della serata di gala di martedì 8 novembre, quando in Franciacorta - come lo scorso anno - sarà presentata la nuova Guida Rossa Michelin Italia, emergono i 146 nuovi ingressi nella classifica gourmet più prestigiosa. Tra questi, spuntano anche cinque nuovi ristoranti bresciani, che saranno segnalati: sono Da Nadia a Clusane d’Iseo, Felter alle Rose a Salò, Il Colmetto a Ponte Cingoli di Rodengo Saiano, Mos a Desenzano del Garda e Vivace a Brescia.

Da Nadia, gestito dalla chef di origini romagnole Nadia Vincenzi, non è un vero e proprio esordio. Il ristorante, che prima era a Castrezzato e poi a Erbusco, era stato messo in ginocchio dalla crisi legata alla pandemia e ha riaperto nella nuova sede in primavera. Una storia di riscatto, dopo un periodo difficile.

Il Colmetto, agriturismo con approccio innovativo, in cucina sa miscelare proposta gastronomica del territorio e sperimentazione. Usando materie prime autoprodotte, dai formaggi alle verdure, si fregia di portare a tavola una «cucina agricola».

Vivace, in centro città, punta a catturare l’ospite con ricette bresciane declinate con aggiustamenti moderni. A guidare la brigata chef Davide Modesti.

Uno dei piatti di Vivace, a Brescia, ristorante segnalato sulla Michelin 2023 - Foto tratta dalla pagina Facebook
Uno dei piatti di Vivace, a Brescia, ristorante segnalato sulla Michelin 2023 - Foto tratta dalla pagina Facebook

Atmosfera calda nel borgo di Salò per Felter alla Rose, che in un edificio del ’700 promette un’esperienza emozionante. Il patron chef Matteo Felter, dopo una lunga esperienza in locali stellati, negli ultimi anni è stato executive al Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera. 

Genuinità, invece, è la parola chiave per Mos a Desenzano, che punta a svincolarsi da una cucina ripetitiva, per legarsi al «dono quotidiano della materia prima del territorio». Un luogo libero da sovrastrutture, diretto, con chef Stefano Zanini impegnato a interpretare il pesce di lago in maniera appassionata e creativa.

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