La Rocca Scaligera, un'isola di pietra che fluttua tra lago e nuvole

Il castello domina la parte finale di Sirmione, completamente circondato dall'acqua, è collegato a terra solo da un ponte levatoio
La Rocca Scaligera di Sirmione, esempio di fortificazione lacustre - © www.giornaledibrescia.it
La Rocca Scaligera di Sirmione, esempio di fortificazione lacustre - © www.giornaledibrescia.it
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Costruito nel tredicesimo secolo da Mastino I della Scala a presidio del Garda, tutto circondato dall’acqua, questo castello è un’isola di pietra collegata a terra da un ponte levatoio. Uno solo. Siamo a Sirmione e da otto secoli la Rocca Scaligera vede gente di ogni genere e modello e infatti, se lo si osserva con attenzione, si nota come abbia acquisito, nelle forme e nello spirito, una saggezza tutta sua.

Entri e incontri un grande portico e il poderoso mastio alto quasi cinquanta metri. I camminamenti che girano intorno alle mura consentono di vedere la darsena, dotata di solide mura e torri massicce: questo capolavoro nel capolavoro fu realizzato dai leggendari ingegneri di Venezia, che assunse il controllo della postazione difensiva (e di tutto il resto) ai primi del Quattrocento.

Non c’è volta in cui guarderete le acque di questo pezzetto squadrato di lago e le troverete uguali. Le tegole del tetto che si vedono dai camminamenti anch’esse cambiano colore ogni momento del giorno, come del resto la pietra e i mattoni dei muri, che passano dai toni freddi a quelli caldi e percorrono continue variazioni di colore. È come se la struttura si modificasse a seconda del giorno, del tempo, dell’umore, dell’anima del visitatore. A volte ti sembra incombente, altre volte non ti accorgi nemmeno della sua esistenza. A volte pare quasi finta, altre volte ti traghetta all’istante indietro nel tempo. Forse i restauratori di inizio Novecento hanno fatto qualche ritocco in più del dovuto, ma il risultato fa dimenticare tutto.

Il castello di Sirmione visto dal lago - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Il castello di Sirmione visto dal lago - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it

Tra l’altro il luogo è un po’ eretico, poiché, proprio ai tempi di Mastino, fu sede di una potente comunità di catari guidati dal vescovo Lorenzo. I catari furono presto sloggiati, ma si dice che fossero passati di qui altri strani soggetti mezzi apolidi. Tipo Dante, che pare avesse soggiornato tra le mura della Rocca e che Sirmione non gli dispiacesse affatto (nel canto XX della Commedia parla di come «Suso in Italia bella giace un laco... ch’ha nome Benaco»). Carducci, nell’ode dedicata a Sirmione, spiega come «la verde Sirmio nel lucido lago sorride, fiore de le penisole.» E gli pare di vedere Alighieri che sbircia dalla cima del castello: «Un grande severo s’affaccia/a la torre scaligera./- Suso in Italia bella - sorridendo ei mormora, e guarda/ l’acqua la terra e l’aere.»

Difficile non intravedere, da qualche parte lassù sulla Rocca, il profilo del Sommo Poeta, che non poteva non amare questo luogo fiero come un guerriero e insieme delicato come una poesia. Andateci e immaginate. «E comunque ricordatevi sempre che non ci sono regole di architettura per un castello tra le nuvole»(GK Chesterton).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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