Una settimana di guerra in Ucraina: la ricostruzione
Dall'avvio dell'invasione russa dell'Ucraina, annunciata all'alba di giovedì 24 febbraio da Vladimir Putin, ecco la cronologia della prima settimana di guerra in Ucraina.
Giovedì 24 febbraio
Intorno alle 4 del mattino, le 6 a Mosca, i media russi mandano in onda un video preregistrato in cui il presidente Vladimir Putin annuncia un'operazione militare per proteggere il Donbass e «smilitarizzare e denazificare» l'Ucraina. Subito dopo arrivano le prime notizie di esplosioni nelle principali città del Paese: Kiev, Odessa, Kharkiv e Mariupol.
Unità di soldati russi fermi al confine entrano da est, sud e nord. A Kiev il presidente ucraino Zelensky impone la legge marziale, mobilita i riservisti e chiama i civili alle armi. I russi prendono il controllo della centrale di Chernobyl e un aeroporto internazionale a 15 km da Kiev. Mosca afferma di aver distrutto decine di obiettivi militari. E si contano decine di vittime, anche tra i civili. Usa, Gran Bretagna e Ue rispondono con sanzioni economiche dure contro settori strategici per Mosca. La Nato rafforza il fianco dell'est Europa.Venerdì 25 febbraio
L'assedio di Kiev comincia nella notte con una pioggia di missili. Putin si appella all'esercito ucraino perché «prenda il potere». Ma la richiesta cade nel vuoto e le forze armate ucraine rallentano l'avanzata russa. Aiutati dai civili volontari. Dal suo bunker Zelensky moltiplica i suoi colloqui con i leader occidentali per chiedere un sostegno. L'Onu riferisce di oltre 50mila sfollati. Gli occidentali sanzionano direttamente Putin e il ministro degli Esteri Lavrov.
Sabato 26 febbraio
Putin chiama le sue forze armate ad accelerare, avanzando «in tutte le direzioni». A Kiev bombardati anche gli edifici residenziali mentre scatta il coprifuoco. A est avanzano le milizie filorusse di Donetsk e Lugansk, per saldare le zone sotto il loro controllo con la Crimea. La guerra infuria anche nel Mar Nero e la Turchia chiude gli stretti del Bosforo alle navi russe. Americani ed europei decidono di inviare armi a Kiev mentre diverse banche russe vengono escluse dal sistema Swift (non quelle che operano nell'energia) e la Banca centrale russa tagliata fuori dai mercati.
Domenica 27 febbraio
L'avanzata russa è più lenta del previsto, tanto che Putin agita lo spettro nucleare. Mettendo in «allerta speciale le forze di deterrenza». Intanto si aprono i primi spiragli: Zelensky si dice disposto ad un negoziato con Mosca per una tregua «senza precondizioni». Le bombe continuano a piovere su Kiev. Sotto assedio russo ci sono numerosi centri, da Kherson a Berdyansk e Mariupol. Battaglia durissima a Kharkiv. L'occidente chiude lo spazio aereo alle compagnie di Mosca.
Lunedì 28 febbraio
Le delegazioni di Kiev e Mosca si siedono intorno ad un tavolo in una località al confine ucraino-bielorusso. Mosca, che chiede un'Ucraina «smilitarizzata» e il riconoscimento della sovranità sulla Crimea, parla di «alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune». Kiev scettica, ma si annuncia un secondo round di colloqui. Le bombe continuano a cadere. Le sanzioni pesano pesantemente sull'economia russa e Kiev chiede ufficialmente l'adesione all'Ue. Tra i 27 non c'è compattezza per paura di provocare Mosca. L'Alto Rappresentante Borrell dice che l'adesione di Kiev «non è in agenda».
Martedì 1° marzo
I bombardamenti russi colpiscono anche i centri nevralgici delle città ucraine. A partire dalla torre della tv a Kiev. Oltre 400 missili martellano i centri strategici, soprattutto Kharkiv, seconda città del Paese. Anche l'Italia, come altri Paesi, sposta l'ambasciata da Kiev a Leopoli. Zelensky interviene in video alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo. Che vota una risoluzione in cui chiede alle istituzioni dell'Ue di «adoperarsi per concedere lo status di candidato» all'Ucraina.
Mercoledì 2 marzo
Ci sono stati oltre 2.000 morti tra i civili dall'inizio dell'invasione, denunciano gli ucraini mentre l'Onu parla di oltre 830 mila profughi. I russi annunciano la conquista di Kherson e circondano Mariupol, ormai allo stremo. Lavrov rievoca le armi atomiche, avvertendo l'Occidente che «la terza guerra mondiale sarebbe nucleare».
In questo scenario, Kiev continua a premere per una no fly zone ma la Nato ribadisce che non intende entrare in conflitto diretto con Mosca. L'Onu adotta una risoluzione di condanna: 5 contrari, la Cina si astiene. Ora si attende il secondo round del negoziato Kiev-Mosca.
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