Italia e Estero

Ucraina, fallisce di nuovo l'evacuazione di Mariupol

In trappola 200mila persone. La diplomazia è in stallo, domani nuovo round di negoziati. Zelensky: «Ci stanno uccidendo lentamente»
L'attacco a Mariupol - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
L'attacco a Mariupol - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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La fuga dei 200.000 civili di Mariupol dalla prigione dei bombardamenti russi appare un'impresa quasi disperata. È stata la Croce Rossa, dopo il secondo tentativo in 48 ore di aprire i corridoi umanitari, a comunicare il fallimento delle evacuazioni. Ancora una volta, tra le accuse incrociate di Mosca e Kiev.

E la guerra continua, su tutti i fronti. Al sud, dove i russi sarebbero pronti a colpire Odessa, ma anche nella capitale, sempre più stretta d'assedio con pesanti raid nei sobborghi. E vittime tra i civili. Intorno a mezzogiorno le autorità di Mariupol hanno annunciato l'apertura dei corridoi per i profughi. Ma nello spazio di un respiro le speranze degli abitanti della città sul Mar Nero, tra le più bersagliate dall'inizio dell'invasione russa, sono state soffocate. «Tra scene spaventose di sofferenza umana, un secondo tentativo di iniziare l'evacuazione di circa 200.000 persone è stato interrotto», ha comunicato il Comitato internazionale della Croce Rossa, che avrebbe dovuto gestire l'operazione.

Accuse incrociate tra Kiev e Mosca

Il Cremlino ha accusato le autorità di Kiev. La versione di Mosca è che i civili vengono utilizzati dai «nazionalisti» come «scudi umani» per guadagnare tempo. Per gli ucraini, invece, i russi hanno continuato a sparare mentre si radunavano i convogli.

«Molte persone sono venute in centro perché hanno sentito che c'era un cessate il fuoco e autobus per portarli fuori, ma i bombardamenti hanno ripreso e non sono riusciti a tornare ai loro rifugi», ha raccontato un ragazzo di 27 anni. «Abbiamo sentito esplosioni in diverse aree della città, anche vicino all'ospedale. Ci sono seri problemi con l'acqua, non si trova il pane e le farmacie sono chiuse», ha riferito Medici Senza Frontiere. Testimonianze che danno il senso di una popolazione in trappola.

Il dramma a Irpin

  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin
  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin
  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin
  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin
  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin
  • Cittadini ucraini in fuga da Irpin
    Cittadini ucraini in fuga da Irpin

Mentre in tutto il Paese si assiste ad un esodo di profughi, oltre un milione e mezzo, mai così veloce dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, secondo l'Onu. Il prolungato assedio di Mariupol sembra confermare che l'obiettivo di Putin in questa fase sia quello di far collassare il nemico dall'interno, nella misura in cui l'avanzata sul terreno delle sue truppe continua ad essere rallentata da una forte resistenza delle forze ucraine (assistite da 100.000 volontari, secondo la Guardia Nazionale). Così anche a Kiev, dove i mezzi dell'Armata sono fermi da giorni a decine di chilometri dal centro, c'è stata un'accelerazione nei bombardamenti e nei colpi di artiglieria sui dintorni della capitale. Una delle località più bersagliate è Irpin, a 20 km a nord-ovest, dove proiettili di mortaio avrebbero colpito un ponte utilizzato dai civili in fuga. Uccidendo otto persone, ha denunciato il sindaco. Tra le vittime, anche una madre e due bambini, come documenta una foto shock pubblicata dal New York Times.

Odessa prossimo obiettivo dei russi

A Odessa si preparano molotov per difendersi dai russi - Foto Epa/Maria Senovilla © www.giornaledibrescia.it
A Odessa si preparano molotov per difendersi dai russi - Foto Epa/Maria Senovilla © www.giornaledibrescia.it

La presa di Kiev per i russi è importante quanto la conquista di tutta la parte meridionale dell'Ucraina, per creare una continuità con il Donbass e la Crimea. Proprio nelle ultime ore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che i russi si stanno preparando a colpire Odessa. «Potrebbe succedere in qualsiasi momento», ha confermato un funzionario locale. Nel porto principale dell'Ucraina, al confine con la Moldavia, ci sono segnalazioni di un aumento dei posti di blocco militari e di strade in gran parte vuote. Centomila abitanti sono già scappati, chi resta allestisce i rifugi.

Gli altri fronti

La guerra continua anche sugli altri fronti. Nel centro del Paese i russi hanno distrutto l'aeroporto di Vinnytsia, ma soprattutto, è l'allarme di Kiev, vogliono prendere il controllo della diga della centrale idroelettrica di Kaniv. Un'altra chiave per vincere lasciando al buio la nazione, come dimostra la conquista della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Da Mosca il Ministero della Difesa ha rivendicato di aver «praticamente distrutto tutte le forze aeree» ucraine, mentre Kiev ha risposto affermando di aver abbattuto un centinaio di aerei ed elicotteri nemici.

La diplomazia per ora è in stallo

Intanto la mediazione del premier israeliano Naftali Bennett sembra non decollare, anche se oggi ha risentito telefonicamente Vladimir Putin e ha poi consultato Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La sensazione è che l'obiettivo minimo del premier israeliano sia quello di arrivare a una tregua che possa «favorire il dialogo», come ha lui stesso detto. Nulla trapela sul contenuto delle conversazioni ma a descrivere l'atmosfera che si respira intorno a questi tentativi è stato proprio il presidente francese, che ha parlato quasi due ore con Putin: lo zar è sempre «molto determinato» nel voler conseguire i suoi obiettivi. Tanto da confermare a Macron che andrà avanti in ogni modo per raggiungerli: «Se non con il negoziato, lo farà con le operazioni militari».

In sostanza, ha riferito l'Eliseo, la Russia chiede sempre la «denazificazione» dell'Ucraina, la sua «neutralizzazione», il riconoscimento dell'annessione della Crimea e dell'indipendenza del Donbass.

Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiamato Putin e anche lui ha fatto sapere di avergli chiesto di «garantire il cessate il fuoco e aprire corridoi umanitari». Ma il Cremlino tace e bombarda in un crescendo di accuse ai «neo-nazisti» ucraini, che certo non favoriscono il dialogo.

Il nuovo appello di Zelensky

Un passaggio del nuovo appello del presidente Zelensky
Un passaggio del nuovo appello del presidente Zelensky

Che la situazione sia sempre più difficile lo conferma l'accorato appello di Volodymyr Zelensky, che dal bunker nel quale dirige le operazioni questa volta ha usato toni diversi nei confronti dei partner occidentali: «Vi chiediamo ogni giorno una no-fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre». Si tratta di un richiamo forte all'Occidente i cui protagonisti sembrano però impotenti rispetto all'escalation russa. 

Il terzo round di negoziati

In questo clima domani dovrebbe partire il terzo round negoziale tra Russia e Ucraina ma al momento non si ha alcuna certezza che possa realizzarsi visto che fioccano le accuse incrociate su chi non permette l'apertura di corridoi umanitari. Il premier Mario Draghi, poco prima di volare a Bruxelles per parlare con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen delle nuove misure italiane per differenziare l'approvvigionamento energetico e della situazione dei rifugiati, ha chiamato Zelensky per garantirgli che l'Italia fornirà «sostegno e assistenza all'Ucraina e alla sua popolazione». Il presidente del Consiglio ha inoltre ribadito come l'Italia sostenga «l'appartenenza dell'Ucraina alla famiglia europea».  

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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