Italia e Estero

Cortesia nel menù (antiquato)

Il menù di cortesia è al centro di un acceso dibattito. A far la differenza può essere la scelta di non voler far polemica a tutti i costi
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Grazie al cielo, anche le donne pagano la cena. Di più: quando fanno la spesa sono tantissime quelle che conoscono i prezzi dei prodotti e sono disposte a fare un bel po’ di strada per comprare l’orata più conveniente, i biscotti in offerta. Quindi, perché privarle della possibilità di sapere quanto costa il risotto che stanno per ordinare? Il menù di cortesia - al centro di un acceso dibattito - è antiquato. Soprattutto in un’epoca in cui non dovrebbero esistere differenze di genere. Un’epoca in cui attorno al cibo, per uomini e donne, si sta diffondendo sempre maggior consapevolezza. Degli ingredienti, della loro origine, della loro qualità, del loro prezzo.

Ammettiamolo però: non è così male una volta ogni tanto - perché questo menù non è molto diffuso - poter scegliere qualcosa senza essere condizionate dal prezzo. Al patto, ahimé, di far lievitare il conto. Alcune lo leggono come un espediente sessista, forse, in fondo, lo è. Altre, come me, guardano oltre e non vanno per forza alla ricerca di un motivo per fare polemica. Apprezzano la galanteria con la consapevolezza che sia d’altri tempi. Se vogliono sapere il prezzo del branzino chiedono l’altro menu o sbirciano quello del compagno. Se vogliono pagare pagano. Senza sottolinearlo. Forse proprio questo può fare la differenza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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