Cade, batte la testa e si risveglia 11 anni più giovane
«La Juventus è retrocessa in Serie B? L'Italia ha vinto i Mondiali di calcio? Il cellulare non ha più i tasti? I nostri paesi si sono riempiti di rotonde?». Non è stato facile per un 44enne, padre di due figli, affrontare il 2015 con un vuoto di memoria lungo 11 anni. Il mondo per lui è cambiato all’improvviso dopo una caduta dalle scale. E tuttora, nonostante siano trascorsi sette mesi da quel brutto trauma alla testa, i ricordi di un quarto di vita non sono affiorati.
Il protagonista è un uomo di origine mantovana che per alcuni anni ha vissuto nei pressi di Salò, dove abita la famiglia della moglie, per essere più vicino all’officina di Lonato in cui lavorava. Il suo dramma è iniziato a marzo. Un giorno mentre scendeva di corsa le scale è caduto e ha picchiato la schiena e la testa.
«Mi hanno raccontato - spiega - che ho perso conoscenza per un’ora. Durante il viaggio in ambulanza mi sentivo frastornato. Ricordo che qualcuno ha nominato il numero 2015 e ho pensato: chissà di cosa stanno parlando... Poi in Rianimazione ho avvertito una sensazione strana, quasi di sorpresa, quando ho rivisto mia moglie e ho notato delle rughe sul suo viso. Il vero trauma, però, l’ho subìto quando sono arrivati i miei ragazzi: avevo lasciato una figlia alle elementari e un figlio alle medie e mi sono trovato davanti una bella ragazza e un uomo con la barba. Cosa era successo ai miei figli? O meglio: cosa mi era successo? Ho ipotizzato di aver avuto un incidente in moto una decina di anni prima e di essermi appena risvegliato dal coma. Poi mi hanno raccontato della caduta».
I medici gli hanno diagnosticato un’amnesia retrograda: il 44enne non ricorda gli 11 anni precedenti al trauma alla testa. All’improvviso si è trovato a dover affrontare «una realtà per me sconosciuta: non sapevo che il mio posto di lavoro fosse a Lonato, che mio figlio si fosse già laureato... Tutto era cambiato: strade nuove, prezzi lievitati, supermercati in ogni dove, tutti sui social network a farsi gli affari degli altri».
I suoi ricordi si sono fermati ai tempi in cui l’azienda mantovana di sua proprietà era in crisi. Degli 11 anni di vuoto Giovanni rammenta solo un episodio «che risale al 2013: ero in Abruzzo per fare un’esplorazione speleologica e parlavo con un giornalista. Forse se provassi a tornare in quel paesello... ».
All’inizio è stato difficile affrontare il problema: «Ero ossessionato dal desiderio di recuperare ciò che la mia mente aveva cancellato. Non dormivo, avevo sempre mal di testa, trascorrevo ore al pc per raccogliere informazioni utili a colmare il vuoto. Ho addirittura perso il lavoro». Poi Giovanni ha conosciuto in rete un medico «che ha una storia simile alla mia. Confrontarmi con lui mi ha aiutato a non sentirmi solo».
Ora sta cercando un nuovo lavoro «all’aria aperta dopo anni trascorsi in officine» e la sua visione della vita è cambiata: «Mi dispiace non ricordare tappe importanti della vita dei miei figli, non averli visti crescere. Ma grazie alla mia famiglia e a un percorso psicoterapeutico ho capito che non devo cercare di rincorrere il passato, ma guardare al futuro con serenità».
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