Saldi invernali, la commerciante: «Niente sconti e tempi sbagliati»
Saldi? Anche no. Sara Zucchini, titolare della boutique «Via Fratelli Lombardi 1» di Brescia, non li ha mai fatti e mai li farà: «La moda non scade e non è nemmeno un bene di prima necessità. Perché dovrei metterla in saldo?».
Zucchini è una paladina del made in Italy e dell’acquisto di qualità e duraturo. A suo avviso le attuali tempistiche della moda sono sbagliate: «Non ha senso mettere in vetrina i cappotti in agosto e venderli scontati a febbraio – commenta l’imprenditrice –. Io li propongo e li vendo, a prezzo pieno, quando fa freddo». E ancora: «Cosa può pensare la cliente che compra un capo a un certa cifra a Natale e lo ritrova in negozio, a metà prezzo, a gennaio? Pensa che la trattiamo da stupida e ci fa i conti in tasca, quando sappiamo bene che il nostro lavoro è fatto anche di affitti, costo del personale, ricerca...».
Alla luce di tutto ciò e del fatto che ormai «sia tutto un susseguirsi di sconti irrispettosi dei clienti e del nostro lavoro», la commerciante ritiene che serva il «coraggio di cambiare il mondo della moda, la mentalità delle clienti che sono state abituate così dai negozi. Bisogna cambiare, l’alternativa, altrimenti, è chiudere».
Il tema affrontato da questa imprenditrice bresciana è da tempo al centro di un dibattito. Confesercenti l’aveva detto mesi fa. E ora un sondaggio lo dimostra: il caldo «scioglie» i saldi. Tradotto: complici le temperature miti di questo autunno-inverno, il bilancio delle vendite di fine stagione è stato negativo. Quindi, come ribadisce la presidente della Confesercenti Lombardia Orientale Barbara Quaresmini, «bisogna cambiare date e regole». All’indagine dell’associazione di categoria hanno risposto 208 imprese del settore moda di Brescia, Cremona e Mantova. Per il 75% di queste realtà il fatturato dei saldi invernali è diminuito rispetto al 2023, per il 15% è rimasto immutato e per il 9% è aumentato. Sette attività su dieci, inoltre, hanno riferito che rispetto all’anno scorso il fatturato è calato anche nel periodo antecedente gli ultimi saldi.
Il sondaggio ha chiesto poi di attribuire un valore alla posticipazione della data di inizio dei saldi invernali per la salute del settore moda. L’83% ha dato un voto da 7 a 10. Il 63% lo ritiene fondamentale. E per i saldi estivi posticipare sembrerebbe ancora più importante: l’88% ha infatti espresso un voto compreso tra il 7 e il 10. E il 70% ha dato 10, il valore massimo.
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