«Prudenza e aspettative poco brillanti», come stanno andando le imprese bresciane del commercio
Diminuiscono i ricavi, aumentano (in un caso su due) gli affitti, diventa sempre più difficile far fronte al fabbisogno finanziario, cala la fiducia nel futuro. È una situazione non proprio rosea quella descritta dall’indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi aggiornata a fine febbraio che è stata realizzata da Format Research su richiesta di Confcommercio e presentata oggi alla stampa.
Pierluigi Ascani, presidente di Format Research, parla di «sentiment di vigilanza, prudenza e aspettative non brillanti. Sono aumentati i prezzi dei fornitori, si sono ridotte le aziende che chiedono credito per fare investimenti».
Preoccupazioni per il futuro
Carlo Massoletti, numero uno di Confcommercio Brescia, accende i riflettori su un dato: «Quasi un’azienda bresciana su tre, di quelle che operano da più di 20 anni sul mercato, prevede la chiusura dell’attività nel momento in cui sarà necessario affrontare il passaggio generazionale».
Preoccupa, a suo avviso, anche il senso di insicurezza «generato dall’aumento dei furti e dall’efferatezza dell’ultima rapina in città. Servono il presidio delle zone critiche e incentivi a disposizione delle piccole aziende».
Effetto Capitale
Una nota positiva è legata alla Capitale della Cultura. Dall’indagine (eseguita su un campione rappresentativo di 400 imprese) è emerso che gli imprenditori hanno constatato sia un aumento dei flussi turistici sia un miglioramento generale dell’immagine della città. Dati alla mano, «il 30% delle imprese della provincia ha registrato un aumento dei ricavi. E il dato - sottolinea Massoletti - cresce fino al 38% se ci si riferisce unicamente alla città».
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