Economia

Latte spot, il prezzo sale del 13% e vola l’export di formaggi

Prandini e Martinoni: «Sale il costo dei mangimi. Mettere al sicuro la filiera». L'analisi di Coldiretti
Latte e formaggi stanno riportando risultati decisamente interessanti sui mercati
Latte e formaggi stanno riportando risultati decisamente interessanti sui mercati
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Segnali incoraggianti e positivi. Latte e formaggi stanno riportando risultati decisamente interessanti sui mercati: sia nazionale come internazionale. Se partiamo dall’oro bianco si registra il balzo di quasi il 13% per il prezzo del latte spot alla stalla nel 2021. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sulle quotazioni della Borsa di Lodi, mercato di riferimento per il latte spot in Italia che ad agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è in crescita con un picco di 41,24 centesimi al litro, con un andamento positivo che coinvolge anche burro e formaggi.

Sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre 2021 Coldiretti registra - per il settore dei formaggi - un valore di oltre il miliardo di euro delle spedizioni all’estero. Circa i due terzi delle esportazioni sono dirette all’interno dell’Unione Europea dove si è verificato un aumento dell’8,8% mentre gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini comunitari con un balzo del 12%. Un risultato favorito dall’entrata in vigore l’11 marzo 2021 dell’accordo tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden sulla sospensione di tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing che ha eliminato i dazi aggiuntivi del 25% alle esportazioni in Usa di Parmigiano Reggiano, Grana Padano (a Brescia si producono circa 1 milione di forme su un totale di poco più di 5 milioni), Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone.

Prodotti lattiero-caseari
Prodotti lattiero-caseari

In parallelo ai bilanci - del momento - con segno positivo rimane la considerazione che ci deve essere un riconoscimento per le aziende produttrici. «Una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori - sostiene Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti - è condizione imprescindibile. Occorre mettere al sicuro tutta la filiera per continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità che sostengono l’economia, il lavoro e i territori italiani».

Quando una stalla chiude si perde infatti un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. «A fronte di questi risultati - aggiunge Prandini - è necessario che nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori siano concordati prezzi del latte alla stalla più alti che seguano il trend del mercato che con i rincari delle materie prime alla base dell’alimentazione degli animali è fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione».

La produzione italiana di latte supera 12 milioni di tonnellate e Brescia è territorio al top come prima provincia in Italia per produzione e qualità del latte. «Le contrattazioni per il latte spot hanno portato a quotazioni molto interessanti, con importi superiori allo scorso anno - osserva Francesco Martinoni, presidente della federazione nazionale lattiero casearia di Confagricoltura - non solo per il mercato italiano, ma anche per quello tedesco e francese, che hanno ora prezzi allettanti per chi vende».

Positivi segnali giungono pure dal fronte del Grana Padano, vera e propria cartina di tornasole per il settore lattiero-caseario della nostra provincia: gli attuali prezzi all’ingrosso, che viaggiano intorno ai 7 euro al chilogrammo, consentono di remunerare il latte impiegato oltre la soglia dei 40 centesimi litro. «Nonostante le temperature elevate - aggiunge Martinoni -, questa estate non abbiamo riscontrato un particolare calo produttivo, quindi non ci sono state tensioni negli approvvigionamenti. Entrando nel secondo semestre del 2021, continua invece a pesare fortemente sulla redditività degli allevamenti l’aumento dei costi alimentari, sostenuto dai valori raggiunti da mais e soia».

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