Internazionalizzazione, l’approccio «glocale» delle imprese

L’approccio globale, o meglio «glocale», caratterizza ormai in maniera netta il mondo delle imprese. Sono diverse le ragioni che possono spingere un’azienda ad affacciarsi al di là dei confini, avviando un processo di apertura ed espansione oltre il mercato nazionale ed intessendo rapporti economici con imprese, consumatori e istituzioni estere.
Tra le motivazioni, si annoverano la possibilità di sostenere costi inferiori rispetto ai concorrenti; il poter disporre di un prodotto che viene percepito dai consumatori come unico e originale, non raffrontabile con quello dei concorrenti e, naturalmente, il desiderio di mettere a profitto il proprio prodotto anche sui mercati esteri.
Bilanci
Ma come va l’export italiano? In base all’ultimo report di Sace (sace.it), del 2024, nell’anno che si è da poco chiuso l’export ha registrato una lieve flessione su base annua (-0,4%), a riflesso del dato negativo in volume (-2,4%) non pienamente compensato dall’incremento dei valori medi unitari (+2,1%).
Le esportazioni di preziosi e strumenti medici (+19,6%), articoli farmaceutici (+9,5%) e alimentari e bevande (+7,9%) hanno fornito significativi contributi positivi. A fronte di un calo dell’export verso i Paesi Ue (-1,9%), si è registrato un rialzo verso quelli extra-Ue (+1,2%). Il surplus commerciale ha sfiorato i 55 miliardi di euro, grazie al sostegno dell’area extra-Ue.
Nel 2024, poi, le esportazioni verso la Spagna hanno segnato un rilevante aumento del 4,3%, specie articoli farmaceutici (+40,6%), apparecchi elettronici (+20,1%) e meccanica strumentale (+4,7%).
In modesto calo la dinamica verso la Svizzera, dove la crescita di articoli farmaceutici (+27,6%) e metalli (+6,2%) ha compensato solo in parte la flessione di diversi altri settori tra cui articoli in pelle (-57,4%) e apparecchi elettronici (-2,2%).

La domanda dagli Usa ha registrato un calo più marcato (-3,6%) ascrivibile a mezzi di trasporto (-33,1%), metalli e prodotti in metallo (-10,6%). Stabili i prodotti chimici e tessile e abbigliamento, mentre in rialzo articoli farmaceutici (+25,7%) e macchinari (+3,6%).
Guardando ai settori, quello dei beni di consumo è l’unico a registrare un incremento significativo (+5,6%), comune sia a quelli durevoli (+11,1%) sia ai non durevoli (+4,5%).
Le vendite di alimentari e bevande hanno mostrato un trend molto positivo e ben superiore alle attese, sulla domanda sia dei Paesi extra-Ue (+12,2%) che Ue (+4,6%), mentre in contenuta flessione sono le esportazioni di gomma e plastica (-0,6%) e macchinari (-1,3%).
Più marcata la contrazione di metalli e prodotti in metallo (-3,3%), su cui potrebbe influire anche l’introduzione di dazi su acciaio e alluminio da parte degli Stati Uniti da marzo 2025, tessile e abbigliamento (-4,5%), specie articoli in pelle (-8%), e autoveicoli (-16,7%).
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