Il Grana Padano sul podio dei migliori formaggi del mondo
Grana Padano sul podio assieme a Parmigiano Reggiano e Burrata. Sono i tre formaggi top nella graduatoria stilata da TasteAtlas, l’atlante internazionale dei piatti e dei prodotti tipici locali che ha messo ben otto tesori italiani fra i migliori del globo in un elenco di oltre cento formaggi.
Si può dire che questa schiacciante vittoria ridimensiona la grandeur francese nell’agroalimentare. Quella fra Italia e Francia è una lunga tenzone - nell’ambito del food - visto che sono i due Paesi Europei con la maggiore tradizione culinaria e si contendono primati nell’agricoltura e nell’alimentare con il Belpaese che vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti Dop/Igp riconosciuti dall’Unione Europea, 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’oltralpe, per numero di imprese biologiche e per quantità di vino prodotto.
Lo scenario
Una ricchezza enogastronomica che vince all’estero un po’ su tutti i fronti considerato il record storico delle esportazioni alimentari Made in Italy che hanno raggiunto i 60,7 miliardi di euro nel 2022 con una crescita del +17% rispetto all’anno precedente trainata dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea. In particolare proprio in Francia mostrano di apprezzare i formaggi italiani visto che le nostre esportazioni sono cresciute di quasi il 27% in valore l’anno scorso e sono stimati pari ad oltre 900 milioni di euro nel 2022 per una quantità sulle tavole d’Oltralpe che sfiora i 130 milioni di chili.
Un primato però minacciato nelle falsificazioni con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che sono i formaggi più imitati nel mondo ma copiati sono anche il Pecorino, l’Asiago e il Gorgonzola.
Record che potrebbero essere oscurati dai nuovi sistemi di etichettatura a semaforo come il Nutriscore che è infatti fuorviante, discriminatorio ed incompleto, finendo paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire invece prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Un problema, quello dell’etichettatura, che riguarda anche la Francia che deve proteggere, tra gli altri, il Brie e il Camembert.
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