«Formaggi senza latte», è scontro con l'Unione Europea
La discussione sulla produzione di formaggi con il latte in polvere sta infiammando il dibattito all’interno del settore lattiero-caseario. Il mondo industriale nazionale, denunciando l’Italia davanti alla Commissione europea, avrebbe infatti puntato il dito contro la legge che da 41 anni vieta alle aziende con sede nel nostro Paese di produrre latticini a partire dal latte condensato e in polvere. I produttori considerano invece essenziale questa normaper la sopravvivenza della zootecnia nazionale e per il mantenimento della qualità dei prodotti.
Bruxelles ha riconosciuto che la legge italiana del 1974 (la 138) costituisce una misura di effetto equivalente a restrizioni all’importazione, e quindi interferisce con il corretto funzionamento del mercato unico. Come ha precisato il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, «l’invio all’Italia di una lettera di messa in mora, prima tappa della procedura d’infrazione, non ha nulla a che fare con la politica di qualità dell’Unione, ma solo con il buon funzionamento del mercato unico».
L'Italia ha tempo fino alla fine di luglio per rispondere all'Unione Europea, nel frattempo Coldiretti ha annunciato manifestazioni davanti a Montecitorio per difendere la legge. «Permettere l’uso di polveri per i formaggi - dice Ettore Prandini, presidente dell'associazione a Brescia e in Lombardia - va contro gli interessi dei consumatori e dei produttori per fare un favore alle lobby industriali». Per Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, va quantomeno indicato nelle etichette quali prodotti lattiero caseari vengono prodotti con latte fresco e quali con latte condensato e in polvere.
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