Economia

Apertura rinviata, parrucchieri e estetiste in grave difficoltà

I saloni bresciani scrivono a Conte: «Ci faccia lavorare, siamo in crisi, temiamo l’abusivismo»
PARRUCCHIERI: TUTELARE LA SALUTE
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Hanno acquistato mascherine, visiere, cuffie e guanti, sacrificato poltrone e installato barriere in plexiglass. Erano pronte a fare mille sforzi in più per ripartire, ma il Governo ha stabilito che parrucchiere ed estetiste devono pazientare ancora un po’: la riapertura, per il settore della bellezza, slitta a giugno.

«È incomprensibile e inaccettabile», commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «Stiamo ricevendo decine di telefonate dai nostri associati. La situazione è difficile, molti temono di non riuscire a riaprire». Il settore conta migliaia di realtà: «Solo a Brescia - precisa - stiamo parlando di 3.369 imprese (il 13% del totale lombardo) che danno lavoro a 6.665 addetti». «La categoria - aggiungono Bortolo Agliardi e Battista Mostarda, rispettivamente presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia e presidente della categoria degli Acconciatori della stessa organizzazione - ha presentato proposte dettagliate per favorire una ripresa in sicurezza. Proposte penalizzanti dal punto di vista economico, ma ritenute di buon senso in questa fase emergenziale. A quanto fatto, in forma coesa e condivisa fra le varie sigle del settore, non è seguita nessuna risposta».

Anche Cna Brescia è molto preoccupata: la presidente Eleonora Rigotti chiede che «acconciatori, estetisti e attività dei servizi alla persona riaprano subito: gli operatori sono in grado di garantire la sicurezza. Diversamente saranno costretti alla chiusura definitiva. Le imprese sono allo stremo e le condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale». Ad aggravare la situazione c’è il fatto che, con un prolungamento delle chiusure, «si darà ancora maggiore spazio - sottolinea - a chi esercita le attività in maniera abusiva».

 

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