Musica

Dal pianoforte di Toso o dalla tavoletta sonora «un mare di cellule sotto un cielo di musica»

Alla Rsa Vittoria la sperimentazione di «MAMI VOiCE» ha permesso di far ascoltare la musica-vibrazione del biologo compositore anche ad una platea di sordi
Il concerto di Emiliano Toso - © www.giornaledibrescia.it
Il concerto di Emiliano Toso - © www.giornaledibrescia.it
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Una musica tanto dolce quanto potente. Una musica fatta per essere ascoltata anche da chi non può sentire. È la musica che nasce nel cuore di uno scienziato, viene trasmessa da un pianoforte a coda e raggiunge le persone sotto forma di vibrazioni. Brescia ha potuto viverla durante un concerto fatto di emozioni e scienza. In un ambiente piccolo, ma universale.

Merito di Emiliano Toso, biologo cellulare e compositore, e Alfredo Bigogno, architetto ideatore del sistema MAMI VOiCE e delle «tavolette sonore» in abete rosso capaci di catturare il suono del pianoforte (grazie a uno speciale wi-fi) e di trasformarlo in vibrazioni per consentire anche ai sordi, che le tengono tra le mani o le appoggiano al cuore, di godersi l’esperienza della musica.

È successo questa settimana nella Rsa Vittoria (Korian) di via Calatafimi in cui è già presente un «letto sonoro» creato da Bigogno che, come ha sottolineato la direttrice, viene utilizzato da ospiti, familiari e dipendenti perché «ci prendiamo cura della persona e dell’anima». Ad ascoltare, con il corpo, la musica c’erano alcuni rappresentanti dell’Ente nazionale sordi di Brescia, oltre ad alunni e personale della scuola Audiofonetica che, come ha spiegato la direttrice Anna Paterlini, ha avuto il piacere di testare le «tavolette sonore» prima del concerto. Introdotto da Clara Camplani di Teletutto, Toso, a piedi scalzi, davanti a un pianoforte a coda accordato con il La centrale a 432 Hz, ha condiviso la sua arte con i presenti ricordando loro che «siamo un cerchio in cui tutti insieme diventiamo musica».

Bolla di libertà

Biologo cellulare, a 40 anni «mi sono fatto un regalo: ho creato un disco con le mie composizioni che fino a quel momento nascondevo in un cassetto. Ho capito così che la musica oltre a far bene a me, può far bene anche agli altri». Da qui la decisione di unire le due passioni e portare quest’arte in tantissimi contesti: da un bosco a una sala operatoria (durante un intervento di quattro ore a un bambino di dieci anni) senza dimenticare il concerto che tenne alla Neonatologia del Civile su invito del prof. Gaetano Chirico. Con la consapevolezza che la musica - da lui proposta sempre a 432 Hz perché «così si presta alla condivisione, piuttosto che all’esibizione» - rilassa, aiuta la concentrazione, stimola la creatività, «accompagna una trasformazione, aiuta a combattere la solitudine. Dietro le sbarre, in Casa di riposo o in ospedale porto uno strumento che fa accedere le persone all’immaginazione e consente loro di vivere una bolla di libertà». Senza barriere, tra mille emozioni. Perché ciò che esce dal pianoforte o dalla «tavoletta sonora» è «un mare di cellule sotto un cielo di musica - ha spiegato l’artista -. Tutto parte infatti dalle cellule che ho studiato, si trasmette a un piano leggero, più alto e da lì ritorna su di noi come piccole gocce di una pioggia dorata». Che possiamo percepire come un suono o una vibrazione. Che, come hanno riferito i sordi, «ci fa sentire un tutt’uno con la musica»

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