Cucina

Trombette d'Albenga, zucchine dolci o zucche deliziose

È un vanto della Liguria, ma cresce benissimo anche negli orti del Bresciano. Costituita al 90% d'acqua ha proprietà lassative e diuretiche
Trombette di Albenga
Trombette di Albenga
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Zucca o zucchina? Davvero curiosa la peculiarità delle "trombette d'Albenga", il frutto copioso d'una varietà delle tante cucurbitacee che è zucchina nella prima fase di crescita, con un colore verde assai chiaro e il tipico, delicato sapore, ma diviene poi sempre più gialla e quasi marrone a piena maturazione, assumendo le caratteristiche e il gusto inconfondibile d'una zucca che vira con decisione verso un delizioso sentore di nocciola. E in entrambe le versioni mostra una grande duttilità in cucina, tanto da imporla nel cestino rigoglioso di questo periodo per Stagioni in tavol@.

IL PARERE DELL'ESPERTO. Le zucchine trombetta sono arrivate in Italia dall'America centrale sulle navi dei marinai liguri, i quali ebbero la lungimiranza di riportare dal Nuovo Mondo una gran messe di semi sconosciuti nella vecchia Europa. E proprio la piana di Albenga, con la riconosciuta abilità dei suoi agricoltori, ne è divenuta il luogo d'elezione  fino a farle diventare una delle quattro colture d'eccellenza di questa terra fortunata (le altre sono il carciofo spinoso, l'asparago violetto e il pomodoro cuore di bue).

Non è consueto purtroppo trovarle al supermercato, almeno dalle nostre parti, poichè la delicatezza della buccia ne sconsiglia il trasporto e il confezionamento. Ma da ormai molti anni non sono pochi gli orti, anche nel Bresciano, che le hanno introdotte tra le coltivazioni annuali, conferendole magari anche qualche mercato contadino. Si tratta infatti d'una pianta rampicante che non abbisogna di molte cure e dà grandi soddisfazioni, crescendo rapida come un rampicante su muri e reti, nonché spesso formando floridi pergolati dai quali per tutt'estate si allungano frutti di 20/30 centimetri a maturazione scalare.

Proprio i frutti, nella prima fase di crescita presentano la forma allungata e stretta con un piccolo bulbo nella parte terminale, dove sono concentrati i semi. Giusto questa forma ne ha suggerito il nome, trombette appunto, pur se le peculiarità sono molte altre. Innanzitutto c'è il colore, verde chiaro, ma pure il sapore è unico: infatti appare immediatamente più delicato, aromatico e meno intenso di altre varietà di zucchina, al punto che se ne consiglia pure il consumo crudo. La polpa poi è dolce e compatta, quasi croccante, senza semi e pienamente utilizzabile in cucina.

Sul versante nutrizionale è apprezzata per le qualità lassative e diuretiche, garantite dal 90% d'acqua che la costituisce, nonchè per l'alta concentrazione di vitamine C e B2. Significativo anche l'apporto di sali minerali, quali ferro, calcio e fosforo.

LA RICETTA. Tra le poche zucchine che si possono gustare anhe crude, la trombetta d'Albenga entrà così senza difficoltà in ricche insalate estive, magari arricchite da qualche gheriglio di noce. Il nostro consiglio odierno però è quello d'un piatto estivo povero della tradizionale meridionale, che la trombetta rende ancor più gustoso e completo: la pasta con zucchine e pomodoro.

Per quattro persone basta una bella zucchina trombetta, dalla polpa soda e compatta, che andrà ben lavata e tagliata a cubetti, scartando, se ritenete, solo la parte con i semi. Nel frattempo avrete anche lasciato soffriggere in una padella, con olio extravergine d'oliva e aglio, le falde sminuzzate di qualche pomodoro, al quale avrete tolto la buccia e i semi. Dopo qualche minuto inserite anche i cubetti di zucchina e qualche foglia di basilico. Fate sfumare un goccio di vino bianco secco, aggiungete mezzo bicchiere d'acqua, salate, pepate e lasciate cuocere per una ventina di minuti.

A questo punto, in una pentola portate a tre quarti di cottura la pasta corta che preferite in abbondante acqua bollente salata, quindi mantecatela nel sughetto di pomodori e zucchine. Servite il piatto caldo con un abbondante spolverata di formaggio: può andare benissimo un grana o un pecorino, ma provate se vi va il gusto più tipico di una ricotta salata, fresca o invecchiata a vostro piacere.          

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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