Sarioli: «Un libro e un nuovo pane per i miei 60 anni»
«Chi l’ha detto che solo gli attori e gli artisti possano scrivere libri? Anch’io ho una vita interessante da raccontare». Partendo da questa considerazione Maurizio Sarioli, fornaio di via Dei Musei 18/a, a Brescia, per i suoi 60 anni si è regalato un pane nuovo e un libro. L’occasione per sfogliarlo (e assaggiare anche il pane) si presenterà l’11 aprile alle 18 nella Sala del Romanino del Convento di San Cristo dei missionari Saveriani.
Fornaio da sempre, Sarioli ha appreso i segreti dell’arte della panificazione da papà Renato, che aveva un’attività in centro. Per lui il pane è vita, nutrimento, salute. E uno strumento per lanciare messaggi positivi. Nel 2022, ad esempio, ha regalato a Papa Francesco un pane a forma di ulivo alto due metri. E ora si è inventato il «pane della pace». Ossia una treccia (che simboleggia un abbraccio) fatta con un impasto al curry nero, acquistato in Francia, e un impasto alla curcuma. Un pane colorato «perché anche la bandiera della pace è colorata».
Un pane che mischia le farine del territorio (quella del progetto dell’Arthob composta da frumento, avena e orzo) con i sapori del mondo. Un pane che tutti potranno assaggiare presto (l’intenzione è di renderlo disponibile prima di Pasqua) nella sua forneria premiata dal Gambero Rosso con Tre Pani: «Sarà molto grande e lo venderò a pezzi come segno di condivisione», spiega Sarioli aggiungendo che l’idea gli è venuta «per ricordare a tutti quanto sia importante la pace. Le guerre – sottolinea – non devono balzarci alla mente solo quando vediamo il telegiornale, ma anche quando facciamo un gesto quotidiano come acquistare e mangiare il pane».
Di cose da raccontare nel libro, insomma, Sarioli ne ha tantissime: dalla recente vittoria al concorso «Panettone senza confini» ai cinque concorsi internazionali nei quali, negli anni passati, ha conquistato il podio. Per non parlare di una quotidianità fatta di ricerca continua: «Per fare il mio lavoro servono amore e coraggio. Il coraggio – dice – di iniziare ogni giorno a mettere le mani nella farina all’una della notte e finire all’una del pomeriggio. Orario che si estende, dalle dieci di sera alle 14 passate ogni sabato. A me non pesa, lo faccio volentieri». Questa si chiama passione.
La passione che si legge tra le righe di un libro pieno di aneddoti personali e dedicati alla storia del pane.
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