Ristorante-pasticceria a palazzo Martinoni: apre Veleno
Soffitti affrescati, pareti damascate, specchi dorati, camini, animali immaginari che ti guardano dalle pareti, negli arredi le contaminazioni degli anni ’50-’70, fiori carnosi e profumo di sandalo e bergamotto.
Breve estratto in parole di quattrocento metri quadri di stupore, a palazzo Martinoni. Siamo al primo piano - per entrare si suona il campanello - a metà di una via Gramsci, che mai come in questo periodo, conosce fortuna strategica per la ripartenza del centro storico.
Nell’ala che fu la nobile abitazione dei conti Martinoni, ha preso dimora il sogno imprenditoriale di Davide Patruno e Maurizio Amato, friulani di Udine, da meno di un anno adottati da Brescia. Ventiseienne restaurant manager il primo, trentottenne chef il secondo, hanno fuso, insieme al terzo socio, il trentanovenne bresciano Riccardo Buffoli ingegnere e in società con il ruolo di amministratore, le loro ambizioni e professionalità in «Veleno».
Un ristorante-pasticceria - undici le persone assunte, età media 25 anni - che si apre, da domani, venerdì 1 marzo, ai bresciani come luogo in cui «fare esperienza, un posto dove spendere del tempo».
Il locale sarà aperto dalle 9 della mattina fino a tarda sera per ammaliare e inebriare proprio come un filtro d’amore, significato originario di Venus, appunto veleno. Dopo quasi un anno di ricerca condotta per l’Italia, Davide e Maurizio che, nei loro curricula hanno esperienze «stellate» - per lo chef ci sono le tappe al romano All’Oro e al friulano Orsone, per il manager il St. Hubertus di San Cassiano e il «nostro» Miramonti l’altro - è arrivato il colpo di fulmine.
«Non siamo noi ad aver scelto Brescia, è la città che ha scelto noi - hanno detto all’unisono -. Una volta entrati qui, abbiamo capito che eravamo nel posto giusto». Cinque sale, 45 coperti, un menù degustazione a 60 euro o a scelta piatti dalla carta e una proposta anche per il pranzo del mezzogiorno.
«La mia è una cucina tradizionale, nel piatto ci sono dentro i gusti di nonne e mamme, dei miei viaggi e l’attenzione ai prodotti del territorio» dice lo chef. «È un luogo che si ispira alla tradizione italiana dell’accoglienza, ma che fonde anche il concetto della caffetteria francese, un luogo per il dopo teatro o per le merende. Ci piace pensare che la città possa avere un nuovo salotto» conclude Davide. I giorni di chiusura sono domenica sera e lunedì (030/ 636 5984)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato