Cucina

L'Ue dice basta all'imitazione dell'Amatriciana

La gustosissima preparazione è stata riconosciuta come «Specialità tradizionale garantita»
La pasta all'amatriciana tra i piatti protagonisti dell'iniziativa - © www.giornaledibrescia.it
La pasta all'amatriciana tra i piatti protagonisti dell'iniziativa - © www.giornaledibrescia.it
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Sulla pasta all’Amatriciana non si tollerano più deroghe alla ricetta autentica, né imitazioni. Il piatto simbolo del riscatto dell’Alto Lazio terremotato nel 2016 è stato riconosciuto dall’Unione Europea come «Specialità tradizionale garantita» (Stg). Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue del 13 marzo arriva un baluardo contro imitazioni e falsi in tutto il mondo per un piatto identitario del nostro modo di vivere la convivialità.

Piace, spesso in maxi porzioni, per il gusto capace di narrare il mondo pastorale e la cucina romana attraverso ingredienti tipici come guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino.

Una ricetta pop sulla cui autenticità non fece breccia neanche la creatività dello chef Carlo Cracco. Quando, cinque anni fa, il celebre chef televisivo confessò l’aggiunta dell’aglio in camicia nella preparazione dell’Amatriciana fu unanime l’alzata di scudi e l’amministrazione comunale avviò l’istituzione del marchio De.Co, che fece fiorire i primi prodotti a Denominazione Comunale.

Per la salsa Amatriciana tradizionale, fatta «secondo il metodo di produzione e la ricetta secolare del comprensorio di Amatrice», il riconoscimento europeo arriva, precisa la Coldiretti, con consenso unanime. «I piatti della tradizione italiana e della Dieta Mediterranea - commentano i pastai di Unione Italiana Food - sono sempre più riconosciuti a livello internazionale con delle denominazioni precise e questo è motivo di grande soddisfazione. La Specialità Tradizionale Garantita è un riconoscimento alla qualità del piatto e degli ingredienti che lo compongono».

Il carattere tradizionale del piatto, sottolinea Coldiretti, è legato agli ingredienti e al metodo specifico di preparazione utilizzato tradizionalmente nel comprensorio dei Monti della Laga, da dove trae origine.

Con la decisione europea, spiega la Coldiretti, si riconosce che la popolazione di Amatrice ha dato vita ad uno dei piatti più conosciuti della tradizione italiana rielaborando la cosiddetta gricia, antica preparazione pastorale con l’introduzione del pomodoro, all’inizio del 1800. Un piatto della tradizione che sa oggi parlare anche linguaggi contemporanei e chic: per The Fork, app per la prenotazione di ristoranti on-line con oltre 20mila insegne in Italia, l’Amatriciana è tra i piatti più gettonati ed è un comfort food: al top dei cibi che meglio combattono la tristezza.

«È tra i 100 piatti più popolari al mondo», ha evidenziato un sondaggio del portale Tasteatlas, e a conferma del suo successo globale, nel 2019, il New York Times le ha dedicato un articolo citandola come simbolo di resilienza di un paese che ha saputo reagire con coraggio al terremoto del 23 agosto 2016.

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