Ecco le arance tardive e bionde, dono di primavera
L'arancia è frutto massimamente invernale. Proprio tra ottobre e febbraio, quando la stragrande maggioranza delle altre piante mediterranee sceglie un triste letargo, eccole riempire il banco del fruttivendolo e divenire l'insostituibile risorsa di vitamine che contribuisce a tenere alte le nostre difese immunitarie.
Sarà forse per questa ragione - insieme ad altre agronomicamente rilevanti - che le varietà tardive e molto tardive, tra le più pregiate e d'alta qualità, non hanno avuto un gran successo commerciale. Come se il mercato si fosse già saziato a sufficienza di quest'agrume rivolgendo altrove le sue attenzioni.
E' la sorte ingrata toccata alle arance della varietà Bionda Ovale (o Calabrese) e Valencia che sono disponibili proprio nei mesi primaverili e financo a giugno, frutti tipicamente e orgogliosamente italiani, succosi e dolci con una buccia ricca di oli essenziali che meritano invece d'essere apprezzate, tanto per le preziose qualità organolettiche e la facile conservazione, quanto per la duttiità in cucina. Doveroso, dunque, per Stagioni in tavol@ tornare a parlare d'arance dopo che, poco più d'un anno fa, ci eravamo occupati del Tarocco, la varietà maggormente coltivata nel nostro Paese.
IL PARERE DELL'ESPERTO Bionda Ovale e Valencia sono varietà d'arance tardive tra le meno diffuse del vasto agrumeto meridionale italiano. Le aree che ancor oggi si distinguono per la loro coltivazione sono però tra le più pregiate; tanto in Sicilia, in particolare nelle province di Siracusa e Messina, quanto in Calabria, nella zona Ionica cosentina, nella Piana di Sibari e a Trebisacce.
Il nome già ne designa il colore esterno e della succosa, dolcissima polpa, oltre che la forma (anche se la Valencia è un po' più sferica), mentre la curiosità maggiore della buccia sta nell'essere sottile eppure tenace e quasi legnosa, nonchè gran serbatoio di oli profumati, non a caso assai ricercati dall'industria delle essenze. Come ogni altro agrume, queste varietà bionde sono originarie d'una vasta zona ai piedi dell'Himalaya che comprende una vasta fascia tra India, Birmania, Vietnam e Cina meridionale, da dove sarebbe cominciato, ben otto milioni di anni fa, un lungo peregrinare giunto alfine, anche grazie agli Arabi, nelle nostre regioni del Sud. Trovando proprio in Sicilia e Calabria, zone vocatissime alla coltivazione, anche per la facile conservazione, vista la resistenza agli urti e agli sbalzi di temperatura del frutto.
Forse superflo ricordarne i tanti benefici per l'organismo garantiti dalle vitamine C, A , B1 , B2 e PP e dai sali minerali, dai bioflavonoidi e dai polifenoli, elementi antiossidanti, di sostegno alle nostre barriere immunitarie e di sollievo dei disturbi intestinali, epatici e gastrici. Meno noto il fatto che, proprio la varietà Bionda Ovale, negli ultimi anni sia la preferita per la destinazione ornamentale delle piante, poichè vanta le peculiarità rara di possedere e mostrare contemporaneamente sui rami tra maggio e giugno sia i fiori sia i frutti.
LA RICETTA. Fresche e a spicchi, ma pure in spremute e marmellate le arance Bionda Ovale e Valencia mostrano tutta la loro dolcezza, bilanciata da una minima acidità che evita ogni effetto stucchevole. Ma in più d'un piatto salato si può apprezzare pienamente anche il valore della buccia.
E' il caso della nostra ricetta di oggi: i filetti di pesce agli agrumi. Il primo passo è la scelta del pesce assolutamente fresco: di mare come ad esempio triglie e saraghi, sgombri e gallinelle, ma pure d'acqua dolce come il persico. Il secondo decisivo passaggio è una marinatura leggera, realizzata bagnando i filetti con una emulsione di olio, sale, pepe (o, se preferite, peperoncino) succo di arancia bionda, qualche goccia di limone e un po' di scorza della medesima arancia grattuggiata.
Dopo almeno mezzora di riposo, riprendete i filetti e asciugateli con la carta da cucina, passateli poi velocemente in una farina debole (tipo 0 o 00) e cuoceteli solamente per pochi minuti e a fiamma media in un mix equilibrato di olio e burro, irrorandoli a metà cottura con la marinata e, se vi aggrada, con un altro po' di scorza grattuggiata d'arancia.
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