Ecco il Sa Kén, sfida japan alle bollicine

Il sakè giapponese sbarca nella terra delle bollicine e, come per magia, diventa Sa Kén. A compiere l’incantesimo sono tre amici, pronti a far conoscere ai bresciani il loro personalissimo «tributo al sakè: una bevanda che valorizza il celebre "vino di riso" portandolo a diventare, con il metodo classico, un bollicine».
I protagonisti di questa avventura sono Pietro Bresciani (39enne di Sulzano socio dell’azienda di famiglia Salumificio di Franciacorta di Corte Franca), Matteo Borghesi (29 anni, geometra e assessore a Sulzano) e Davide Camoni (39enne di Castelcovati, tecnologo alimentare). I tre, alla fine del 2019, hanno fondato la start up di biotecnologie alimentari Skfc Biotecnology che ha brevettato il Sa Kèn.
«Il nome della bevanda - spiegano - attinge a due parole giapponesi che alludono ad unione e comprensione. La nostra missione è infatti valorizzare l’unione tra due diverse culture attraverso la comprensione. Concretamente elogiamo un prodotto storico giapponese con la passione e la tradizione italiana». Nel loro quartier generale fronte lago, che si trova a Sulzano, i tre soci importano dal Giappone un prodotto «puro e fermo» come il sakè e, «aggiungendo ingredienti marginali, lo facciamo rifermentare in bottiglia con metodo classico. Il risultato è una bevanda con gradazione alcolica di 12° giovanile, vivace e fresca. Che può essere consumata con piatti fusion, antipasti freddi e caldi, frutti di mare, pesci magri, carni bianche e formaggi dolci a pasta dura e semidura».
In questi giorni è in fase di studio la grafica della bottiglia che conterrà riferimenti all’Oriente e al nostro territorio. A breve verrà presentato (con eventi nel Bresciano e a Milano) il nuovo prodotto, che i tre intendono vendere «nei ristoranti fusion e giapponesi - spiegano -, nei locali di tendenza, specialmente se proprongono aperitivi, e agli amanti delle nuove tendenze alimentari che cercheremo di raggiungere con la distribuzione moderna. Il Sa Kén non sarà l’unico prodotto della start up: abbiamo altri progetti che mescolano tecniche e culture del mondo».
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