Brescia ha due nuove stelle Michelin: Casa Leali e Tancredi
Sui ristoranti Casa Leali di Puegnago (chef Andrea Leali) e Tancredi di Sirmione (chef Vincenzo Manicone) si è appena accesa una stella Michelin. Due nuove realtà che vedono ai fornelli giovani talenti entrano così nella galassia bresciana della celebre guida.
La cerimonia
Dopo tre anni nella nostra provincia (grazie a un accordo con il Consorzio di tutela del Franciacorta, che resta partner della guida), la cerimonia di assegnazione delle nuove stelle si è svolta (per la prima volta) nel teatro Pavarotti-Freni di Modena, terra del grande Massimo Bottura.
Alla conduzione c’era Giorgia Surina d’oro e luccichini vestita.
Nuovi chef stellati nel Bresciano
I fratelli Leali sono di Casa in un casale quattrocentesco elegantemente ristrutturato. Andrea, classe 1993 diplomato all’Alberghiero di Gardone Riviera, è in cucina, Marco in sala e cantina. Celebre è il piatto Risolimone. Già prima della stella, la Guida parlava di loro con fare elogiativo. Da anni per loro si attendeva questo riconoscimento.
Vincenzo Manicone, classe 1989, è originario della provincia di Varese. Poco meno di un anno fa ha lasciato l’impero del grande Antonino Cannavacciuolo per approdare meno sul lago di Garda. E guidare la cucina del Tancredi di Sirmione. Nel ristorante «sospeso tra cielo e terra», lo chef ha preso le redini della nuova brigata per stupire gli ospiti con piatti «creativi e stimolanti – aveva scritto in rete nei giorni dell’inaugurazione –, che puntano a divertire ed emozionare». Con la sua cucina «di cuore e mente» ha sostituito il collega Roberto Stefani, allievo di Gualtiero Marchesi.
L’edizione
Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida, presentando l’edizione 2025, ha parlato di una «grandissima annata» e ha descritto quella italiana come una cucina «affascinante e capace di influenzare la scena gastronomica italiana».
Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, è salito sul palco per consegnare il premio Sommelier Award a Oscar Mazzoleni de Al Carroponte di Bergamo.
Antonino Cannavacciuolo è stato eletto Mentor Chef 2025.
Confermati i tredici ristoranti tre stelle del 2024. Al gruppo si aggiunge Casa Perbellini 12 apostoli dell’omonimo chef.
La guida Michelin
La «Rossa» – presente in 45 Paesi del mondo – quest’anno festeggia 70 anni in Italia (la prima edizione è del 1956). Ritenuta nel mondo la «Bibbia» dell’alta cucina, nacque in Francia a fine Ottocento dall’intuizione dei fratelli André ed Édouard Michelin, fondatori dell’omonima azienda produttrice di pneumatici. Per incentivare l’uso delle auto, ovviamente a loro vantaggio, pubblicarono un libriccino con mappe e informazioni utili per esempio su come cambiare una gomma.
Inizialmente veniva distribuito gratis, poi, nel 1920, quando André si accorse che la «Rossa» veniva usata come supporto per un banco da lavoro decisero di proporla a 7 franchi per farne capire il valore. Nel tempo il volumetto si arricchì di informazioni anche su alberghi e ristoranti. E nel 1926 arrivarono pure le stelle (anzi «macaron»): tre vengono assegnate quando il ristorante «vale il viaggio», due se «merita la deviazione» e una se è «interessante: vale la tappa».
Gli ispettori che assegnano le stelle
Gli ispettori – dipendenti della Michelin – sono rigorosamente anonimi, pagano sempre il conto ed esprimono opinioni indipendenti. A differenza di quanto si possa immaginare, le stelle vengono assegnate solo per la qualità della cucina offerta da un ristorante, in un determinato momento. Non tengono conto del servizio, dell’allestimento dei tavoli o dello stile del ristorante. Bensì della qualità degli ingredienti, l’armonia dei sapori, le tecniche, la personalità dello chef e la coerenza nel tempo e nel menù.
C’è un ristorante presente nella Guida dal 1956, che detiene la stella dal ’59. È la Clinica Gastronomica Arnaldo di Rubiera (RE) dello chef Roberto Bottero, primo a salire sul palco del teatro Pavarotti-Freni.
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