Una «legge etica» che suscita entusiasmo, ma anche perplessità

Se ne è parlato in un convegno. Le preoccupazioni riguardano risorse e tenuta del welfare
Riforma della disabilità, Brescia sarà tra le prime province a testare le novità normative © www.giornaledibrescia.it
Riforma della disabilità, Brescia sarà tra le prime province a testare le novità normative © www.giornaledibrescia.it
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La nostra provincia è stata scelta tra le nove a livello nazionale che nel corso del prossimo anno testeranno per prime l’impatto del cambiamento normativo determinato dal decreto legislativo 62 del 2024 che introduce una riforma del sistema di accertamento dell’invalidità civile e il tema del progetto di vita individuale personalizzato delle persone con disabilità.

Confronto

Novità di cui si è parlato ieri mattina nel corso del convegno «Dentro il cambiamento: tra continuità e innovazione per i diritti delle persone con disabilità», promosso dal Comune di Brescia, da Confcooperative e dalla Rete Connessioni formata dagli enti che gestiscono servizi per le persone con disabilità del nostro territorio. Una rete di relazione che coinvolge migliaia di persone.

Sul tema si sono confrontati – moderati dalla giornalista Anna Della Moretta – Matteo Schianchi, ricercatore della Bicocca, Natascia Curto dell’Università di Torino, Matteo Terraneo dell’associazione «Il Mosaico» e Laura Maffazioli, responsabile dell’integrazione scolastica delle persone con disabilità per la Loggia. Sono emersi pareri favorevoli al grande cambiamento che comporterà la normativa, espressi da Curto, che ha invitato alla curiosità nei confronti di «una legge radicata nell’esperienza, ad alto contenuto etico e in un territorio attivo», ma anche critiche espresse da Schianchi e Terraneo sulle risorse disponibili per mettere in atto le disposizioni e sul fatto che ancora «si debba costruire una cultura condivisa e collettiva in materia di disabilità».

Esclusione

Il «tanto parlare di inclusione sta a significare che esiste una grande esclusione», come sostenuto dall’assessore Fenaroli, «mentre servirebbe una cabina di regia in cui portare le nostre esperienze per esser pronti ad affrontare i problemi». Per Maffizioli «la sperimentazione presenta alcune criticità come la complessità fenomenologica della materia e la tenuta del welfare sociale e territoriale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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