Tumore al pancreas, l’associazione «Nastro Viola» compie 10 anni
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C’è un «Nastro Viola» che è partito, dieci anni fa, da Travagliato per attraversare l’Italia e «vincere il cancro al pancreas». Intesse relazioni con le comunità che incontra, promuove campagne di informazione, sostiene gli ospedali universitari che fanno ricerca scientifica e si pone come punto di riferimento per le persone colpite da questo cancro e i loro familiari.
È il «Nastro Viola» scelto come simbolo dell’associazione costituita nel 2015 da Viviana Ferrari, attuale presidente, e da un piccolo gruppo di soci che avevano perso persone care per via di un tumore al pancreas. Tumore che nel 2022 ha causato 285 decessi nel Bresciano, 2.363 in Lombardia e 12.929 in Italia (dati Istat).
«All’epoca, dieci anni fa, non si parlava tanto di questo cancro - racconta Ferrari -. E noi ci sentivamo spaesati, demoralizzati». Lo sconforto per quanto accaduto nelle loro famiglie, però, non ha avuto la meglio: «Abbiamo unito le nostre energie per fare qualcosa di importante». In dieci anni il «Nastro Viola» è diventato un’associazione di respiro nazionale che conta 700 soci sparsi in tutta Italia ed è riuscita a sostenere la ricerca scientifica sul tumore al pancreas con 800mila euro.
Testimonianze
L’opportunità per fare il punto sul lavoro svolto e guardare al futuro si presenterà sabato 22 febbraio durante una serata che si svolgerà, dalle 18, alla Tenuta Acqua Viva di Travagliato. Sarà l’occasione per riunire medici, ricercatori, donatori e tutti coloro che hanno sostenuto l’associazione in questi 10 anni di impegno, speranza e risultati: verranno condivise testimonianze e descritti i traguardi raggiunti. L’incontro è aperto al pubblico, ma i posti sono limitati. Per partecipare è possibile prenotarsi scrivendo a info@nastroviola.org.
Gratitudine
«Questo anniversario è un momento di riflessione e gratitudine - osserva la presidente - . Abbiamo iniziato con un sogno: fare la differenza nella lotta contro una malattia complessa come il tumore al pancreas». Dopo dieci anni, prosegue la vice Francesca Mella, «possiamo guardare con orgoglio ai passi avanti fatti grazie alla ricerca e al supporto dei nostri donatori». Come volontaria, aggiunge Francesca Furcas, «ho imparato in questi anni che anche i gesti più piccoli possono avere un impatto enorme: una parola di conforto, una mano tesa nei momenti di difficoltà, o semplicemente far sentire a chi sta lottando che non è solo. Siamo una squadra, e insieme possiamo fare la differenza».
Il tumore al pancreas, ricordiamo, dà sintomi tardivi. Resta tra i più ostici da affrontare, ma, come sottolinea Ferrari, «rispetto a quando abbiamo iniziato noi, ora se ne parla di più e, grazie ai passi in avanti fatti dalla scienza, le aspettative di vita sono aumentate. Noi continuiamo quindi a sostenere la ricerca (a breve partirà un trial del prof. Massimo Dominici all’ospedale universitario di Modena) e a sensibilizzare le persone e i medici di base nell’ottica di favorire la diagnosi precoce di questo tumore».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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