«Salute a tavola» anche fuori casa: Ats serve il «menù» ai ristoranti

Chi si attiene alle linea guida può esporre il bollino del progetto presentato nella Sala Libretti del GdB
La salute a tavola, scelta consapevole
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C’era una volta al ristorante la macedonia a fine pasto, che si poteva ordinare in alternativa all’ananas tagliato a forma di cigno, alle fragole con la panna montana e alla banana flambè. Erano altri tempi, ora concludere con la frutta una buona cena fuori casa è un’impresa. Consapevole di questo (che è solo un esempio) e del fatto che «siamo quello che non mangiamo» Ats Brescia ha stilato le linee guida per un’alimentazione «sana e nutrizionalmente equilibrata» alle quali i ristoranti possono scegliere di attenersi aderendo al progetto «La salute a tavola, una scelta consapevole». Una ventina di realtà bresciane l’ha già fatto.

Più frutta, meno burro

L’occasione per parlarne si è presentata ieri nella Sala Libretti del Giornale di Brescia davanti agli studenti del Mantegna e del corso di laurea in Dietistica e in collegamento con numerosi interessati. Incalzata dalle domande di Nunzia Vallini, direttore del GdB, Maria Stefania Vizzardi, responsabile Ssd Promozione della Salute di Ats Brescia, ha spiegato che per aderire i ristoranti devono «garantire l’offerta esclusiva di pane a ridotto contenuto di sale (meno dell’1,7% di sale sul peso della farina), la disponibilità anche di pane integrale e l’utilizzo esclusivo di sale iodato». E rispettare, inoltre, almeno il 50% dei requisiti indicati in una check list.

Qualche esempio? Servire porzioni non troppo abbonanti (anche nell’ottica di prevenire lo spreco alimentare), limitare l’uso di burro e margarine, utilizzare l’olio extravergine d’oliva e le spezie in alternativa al sale, garantire la presenza di frutta rispettando il criterio della stagionalità, proporre carni magre e legumi e prediligere alimenti a filiera corta. «In concreto l’adesione è molto più semplice di come la si possa raccontare - tranquillizza Francesco Giordano, numero uno di Arthob, l’associazione che nel Bresciano raggruppa ristoranti, trattorie e osterie -. Tutti abbiamo le carte per farlo, basta solo un po’ di buona volontà».

L’obiettivo è importante: sempre più persone mangiano fuori casa e necessitano di un’offerta sana perché «l’alimentazione corretta può migliorare sensibilmente la salute. Salute che va coltivata - è il commento di Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia - attraverso corretti stili di vita». Chi fosse interessato ad aderire può verificare in via preliminare il possesso di almeno il 50% dei requisiti richiesti compilando una scheda di autovalutazione e inviare quindi una mail all’indirizzo promozionedellasalute@atsbrescia.it (con il modulo di adesione e la scheda di autovalutazione). Ats Brescia valuterà la richiesta e in caso di risposta positiva consegnerà al ristoratore la vetrofania con il logo del progetto da esporre. Progetto che ovviamente non è l’unico in materia di buona alimentazione.

Per i fornai

Da un decennio, infatti, Ats Brescia invita i fornai a entrare a far parte di una rete che vede numerose realtà bresciane proporre pane a ridotto contenuto di sale (meno dell’1,7%). Perché, come ha fatto notare Daniele Nucci, dietista di Ats Brescia, «l’eccesso di sale, che può avere come effetto l’ipertensione, può essere molto dannoso per la salute. Gli esperti raccomandano di non superare i 5 grammi al giorno, ossia un cucchiaino da caffè. Ma in Italia siamo abituati ad andare ben oltre (9,5 grammi gli uomini e 7,2 le donne) ed è sbagliato. Come è sbagliato mangiare pochi legumi e poca frutta. C’è bisogno di equilibrio», sottolinea Nucci indicando come riferimento il «piatto del mangiar sano» creato dagli esperti dell’Università di Harvard. La salute, infatti, «è condizionata dalle scelte che facciamo», ha aggiunto Sileo. E i ristoratori, con questo progetto, hanno la possibilità di indirizzare i clienti verso proposte sane e di dare il buon esempio. 

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