Con traumi o dolori: chi cerca aiuto al pronto soccorso
Dei 40mila accessi annui al Pronto soccorso di Esine quasi il 30% è motivato da traumi e ustioni. Il dolore addominale è la causa nel 7% dei casi, idem la febbre. Poi ci sono disturbi ostetrico-ginecologici (5%), dispnea (3%) e sintomi del sistema nervoso.
Nell’84% dei casi gli utenti arrivano con mezzi propri. Il 6% ha meno di tre anni, il 7% dai 4 ai 9, il 20% dai 10 ai 29, il 44% da 30 a 69, dai 70 agli 84 il 18% e 85 anni o più il 7%. Per metà sono uomini e per metà donne. Nel 79% abitano in Valcamonica e Valtellina; il 13% nella provincia di Bergamo; il 4% nel Milanese (la loro presenza è concentrata in agosto, mese di vacanze in montagna) e soltanto il 3% nella restante provincia di Brescia.
La Asst Franciacorta, relativamente ai propri dati, mette in evidenza un trend in crescita che prosegue anche nel 2024; ad aumentare è soprattutto l’attrattività per utenti provenienti da territori extra Asst (sono il 26%), in particolare dalla vicina provincia di Bergamo. La fascia oraria nella quale si registra un maggiore afflusso di pazienti a Iseo e Chiari è quella tra le 9 e le 15, dove si concentra più del 40% degli accessi giornalieri. Il momento della settimana con il numero di accessi più elevato è il lunedì mattina. E il tasso di ospedalizzazione si attesta interno all’11%. Nei due punti di emergenza lavorano quasi cento professionisti.
Sono invece 250 le figure all’opera nei tre Pronto soccorso dell’Asst Garda (Gavardo, Desenzano e Manerbio). Anche in questo caso i dati relativi al numero di accessi all’anno «evidenziano in tutti e tre i presidi un graduale aumento a partire dal 2020 fino al 2023 – commenta Pietro Imbrogno, direttore sanitario di Asst Garda –. Nel 2023 a Desenzano abbiamo avuto 144 accessi giornalieri, a Gavardo 93 e a Manerbio 121. Analizzando le percentuali dei codici di accesso ai tre Pronto soccorso dal 2020 al 2023 per i codici rossi siamo dall’1 al 2%, i più numerosi sono i codici verdi che vanno dal 60 all’80%, seguiti dagli arancioni (10-21%), dagli azzurri (fino al 16%) e dai bianchi (3-8%). Grazie al potenziamento della medicina territoriale, riuscendo a raggiungere alcune tipologie di pazienti fragili - sostiene - si è notata una riduzione di accessi impropri».
Quanto, poi, al Civile, il direttore del Pronto soccorso di Brescia Cristiano Perani sottolinea che «i tempi d’attesa sono in linea con la media regionale». In quanto a boarding (permanenza in attesa del ricovero) «abbiamo tempi invidiabili: meno del 20% dei pazienti aspetta oltre le 8 ore. Fondamentale, per non creare imbuti, è l’organizzazione non solo del Pronto soccorso, ma di tutto l’ospedale».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.