Professoressa del Pastori diffidata: «Ha mortificato gli alunni»
Dieci pagine per raccontare un anno di scuola. Scandito da metodi da caserma di un tempo. Con frasi pronunciate da una insegnante che al posto di spronare gli studenti a dare il meglio, li avrebbe al contrario affossati. E in alcuni casi spinti a cambiare istituto «verso scuole private dove i voti si comprano».
Le accuse
«Non sei capace», «Sei un ritardato», «Sei un cretino». Ma anche: «L’umiliazione vi rende forti», «Chi arriva dalla provincia sarà sicuramente bocciato» e «Dovete soffrire perché vi fa bene».
Fino ad arrivare a dire che: «Adesso diventano tutti dislessici per pretendere la sufficienza», rivolgendosi ad uno studente con certificazione di un disturbo specifico dell'apprendimento. Espressioni «usate con l’intento di offendere, avvilire e mortificare gli alunni» finite nero su bianco in una diffida, datata 11 luglio, nei confronti una docente dell’Istituto tecnico agrario statale Pastori di Brescia.
A firmare l’atto sono quattordici genitori di ragazzi di due prime e una seconda («promossi con ottimi voti anche nelle materie dell’insegnante in questione, rimandati, respinti e trasferiti in corso d’anno»), che si sono rivolti a un avvocato affinché la scuola, l’Ufficio scolastico regionale e l’Ufficio scolastico territoriale di Brescia assumano, per quanto di loro competenza, «tutti i provvedimenti sanzionatori ritenuti più opportuni» nei confronti della professoressa.
I firmatari spiegano di riportare quanto riferito dai figli e sostengono che «altri genitori hanno ritenuto di non sottoscrivere l’atto nel timore di indebite rivalse sugli alunni da parte della professoressa nel corso delle prossime sessioni degli esami di riparazione o per la, non certo infondata, preoccupazione che il comportamento dell’insegnante possa perdurare nel prossimo anno scolastico».
La richiesta
Nel documento mamme e papà fanno riferimento a «comportamenti atti a, pesantemente, denigrare, umiliare e ridicolizzare gli studenti con profitti non brillanti e, per effetto, maggiormente bisognosi di aiuto».
A loro avviso la donna sarebbe «venuta meno ai propri doveri di insegnante» manifestando anche «intolleranza, disprezzo e discriminazione nei confronti di soggetti omosessuali» per via di alcune esternazioni quantomeno infelici. Così come la scelta di mostrare ai ragazzi le fotografie di piante di marijuana che la stessa coltiverebbe in casa. «Sto facendo delle verifiche, poi manderò una relazione al Provveditorato - spiega il dirigente scolastico Augusto Belluzzo -. A scuola la professoressa viene considerata un’insegnante severa, brava, che si è sempre data da fare. Ogni aspetto sollevato nella diffida va circostanziato: bisogna capire con chi, come e quando sono successe le cose che vengono riferite. Per accusare una persona servono fatti reali, non è mai solo una questione di sensibilità. Mi spiace che l’utenza sia insoddisfatta. Cercheremo di chiarire la situazione».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.