Per Legambiente a Brescia «urge il porta a porta integrale»

I rifiuti restano un nodo ambientale da sciogliere: per la sede bresciana dell’ente la soluzione è quella adottata anche da Milano e Bergamo
Raccolta porta a porta - © www.giornaledibrescia.it
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«Noi siamo fermi e le altre città ci sorpassano». È l’osservazione che Legambiente Brescia fa alle performance della Leonessa in termini di raccolta differenziata dei rifiuti.

La classifica

Report alla mano, il presidente Danilo Scaramella fa notare che dal 2022 al 2024 la nostra città ha perso 21 posizioni passando dal 29° al 50° gradino: «La produzione resta elevata (ora siamo a 523 chilogrammi ad abitante l’anno) e la differenziata 68,5%. Questo dato dovrebbe stimolare l’urgente adozione, da parte dell’Amministrazione comunale, del porta a porta integrale. Ce l’hanno fatta città come Milano e Bergamo, perché non dovrebbe farcela Brescia? Se vogliamo stare al passo con i tempi – sottolinea il presidente – dobbiamo fare un cambiamento: il porta a porta integrale è il metodo che consente di superare quota 80% e di migliorare la qualità delle differenziazione. Non sempre i cittadini sono infatti attenti a ciò che buttano nei cassonetti e spesso capita che i rifiuti giunti nei centri di riuso vengano respinti perché non correttamente differenziati».

Il verde urbano

Merita un approfondimento anche il capitolo del verde urbano fruibile. Con 23,8 metri quadrati ad abitante, Brescia è a metà classifica. Per Scaramella «possiamo fare di più trasformando, ad esempio, le aree industriali dismesse».

Positivo, infine, il trend del consumo di suolo dal 2017 al 2022: con 0,8 metri quadrati ad abitante la nostra città è sesta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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