Ospedali bresciani «promossi»: ecco la pagella degli artigiani

Presentato in Sala Libretti lo studio dell’Associazione. Valutazione positiva per il 66% degli intervistati
Un momento dell'incontro in Sala Libretti © www.giornaledibrescia.it
Un momento dell'incontro in Sala Libretti © www.giornaledibrescia.it
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Gli artigiani bresciani salgono in cattedra e promuovono la sanità locale. Quella redatta dal centro studi Poisa dell’Associazione guidata dal presidente Mauro Marenda e presentata ieri nella Sala Libretti del GdB è, infatti, una pagella piena di bei voti: il comparto, nel suo complesso, viene giudicato in termini positivi dal 66% degli intervistati (un campione di 1.500 artigiani contattati per via telematica e telefonicamente). «La cosa non mi stupisce – è la reazione dell’assessora regionale Simona Tironi –: il modello Brescia fa scuola anche in altre province. Molte sperimentazioni, penso a quella del Cup unico, partono da qui». Per il direttore dell’Asst Spedali Civili Luigi Cajazzo l’esito dello studio realizzato nel 2024 da Enrico Mattinzoli è «un riconoscimento al sistema Brescia. Un sistema virtuoso che ci vede tutti collaborare anche per esempio in ottica di mutuo aiuto per reperire personale».

Dati

Entrando nel dettaglio, rispetto alle due edizioni precedenti datate 2018 e 2021 migliorano i giudizi degli artigiani nei confronti di Asst Spedali Civili (76% positivi, 16% negativi) e Asst Valcamonica (71% positivi, 12% negativi). In Asst Garda le percentuali sono rispettivamente del 59% e del 26%. E in Asst Franciacorta del 58% e del 15%. L’ospedale che registra i voti più belli è quello di Montichiari. «Molto positivi», si legge nel report, sono anche i commenti verso la Poliambulanza.

Per quanto riguarda, poi, Ats Brescia – che con gli artigiani ha un contatto diretto – il 68% degli intervistati si è detto soddisfatto. «La sanità bresciana esce vincente da questo studio – commenta Mattinzoli –. Anche chi ha espresso delle critiche, in particolare sui tempi d’attesa delle visite specialistiche e al pronto soccorso in caso di infortunio, ha poi giustificato il comparto alludendo alla carenza di personale».

Circa i tempi d’attesa Cajazzo ricorda che «non si può ragionare per presidio. Di fronte a una ricetta con classe di priorità le strutture devono trovare, e la trovano, una disponibilità nel territorio di Ats. Ai Civili gestiamo, in tal senso, 300 situazioni al mese».

Rimane, poi, il fenomeno del no-show, le persone che prenotano e non si presentano seppure debbano pagare comunque il ticket, anche se esenti: «Sono il 15-20% - aggiunge Cajazzo - Siamo al lavoro, con la Regione, per contenere il problema». Sulle liste d’attesa grava anche l’inappropriatezza prescrittiva: «Studi scientifici evidenziano che il 30% delle prestazioni sono inappropriate», puntualizza Claudio Sileo, direttore di Ats Brescia che, circa il diritto del cittadino a ottenere la visita nei tempi indicati nella ricetta, aggiunge: «Gli operatori non devono dire all’utente "Vada privatamente". Noi possiamo trovare una soluzione col Ssn. E quando uno specialista ospedaliero richiede ulteriori accertamenti deve fornire al paziente anche gli appuntamenti». Quanto, invece, ai pronto soccorso, Marcellino Valerio, direttore della Poliambulanza, ricorda che «nei Dea di secondo livello, in termini di tempo di "sbarellamento" e tempo medio di ricovero, la nostra provincia è quella messa meglio in Lombardia. Dietro c’è un bel lavoro di sistema».

Dibattito

Secondo gli artigiani è difficile scegliere il medico di famiglia © www.giornaledibrescia.it
Secondo gli artigiani è difficile scegliere il medico di famiglia © www.giornaledibrescia.it

In rappresentanza delle 18 professioni sanitarie che figurano nel suo Ordine, Luigi Peroni – tra l’altro coordinatore degli Ordini Tsrm e Pstrp regionali – fa notare la soddisfazione dei cittadini lombardi in materia di umanizzazione delle cure e quanto il rapporto tra personale e utenti sia migliorato. «Restano – aggiunge Peroni – i problemi degli edifici e la carenza di parcheggi pubblici attorno agli stessi». Della necessità di riformare il Sistema sanitario «anche alla luce dei cambiamenti antropologici che ci sono stati» parla il presidente dell’Ordine dei Medici Germano Bettoncelli: «Ci chiediamo mai come stanno i bresciani? L’accesso ai servizi è diviso per censo».

Gli artigiani, fa notare Mattinzoli, «segnalano anche criticità nella scelta del medico di famiglia». La professione sarà al centro di una riforma. A tal proposito Bettoncelli riferisce che «la paventata idea che saranno alle dipendenze del Ssn (anziché, come ora, in convenzione, ndr) spaventa i corsisti: molti stanno valutando di cambiare percorso. Urge una riflessione».

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