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Nuovo ospedale di Chiari, primi sì dai sindaci: «Area strategica»

Se n’è parlato ieri sera all’assemblea dei sindaci dell’Ambito distrettuale Oglio Ovest. Oltre ai favorevoli, c’è chi si è espresso con cautela
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C’è chi, come il sindaco di Roccafranca Marco Franzelli, non ha dubbi: «Sarebbe una follia non farlo». E chi si dimostra un po’ più cauto, ma comunque disponibile a valutare insieme questa possibilità. L’idea di costruire un nuovo ospedale a Chiari, nell’area del lascito Barcella che si trova a sud-est del centro, vicino alla Brebemi (zona viale Cenini), sta trovando terreno fertile, almeno tra i sindaci del circondario.

A gettare il seme di un’ipotesi avanzata anche in passato e oggetto di uno studio di fattibilità realizzato e presentato in Regione pre-Covid è ora Alessandra Bruschi, da quest’anno direttrice generale dell’Asst Franciacorta. Con tutti i limiti del caso: mandato triennale, incarico tecnico e non politico, 34 altri cantieri da far partire.

Il tema è stato affrontato ieri sera dall’assemblea dei sindaci dell’Ambito distrettuale «Oglio Ovest» che comprende Castelcovati, Castrezzato, Cazzago, Chiari, Coccaglio, Comezzano Cizzago, Roccafranca, Rovato, Rudiano, Trenzano e Urago. Tra i temi all’ordine del giorno c’erano, appunto, le «voci di ospedale nuovo». Bruschi ha illustrato l’idea. Uno ad uno sono intervenuti i rappresentanti degli 11 comuni mostrando «interesse a procedere in questa direzione». A riferirlo è il sindaco di Chiari, Gabriele Zotti, contento di aver trovato «il clima giusto per iniziare con fiducia ad approfondire insieme questa possibilità per servire e valorizzare tutto il territorio».

I pareri favorevoli

A Franzelli, si diceva, la proposta piace molto: «Investire sull’esistente sarebbe dispendioso e non risolverebbe i problemi di una struttura datata che si trova in pieno centro: guardiamo al futuro e facciamo scelte lungimiranti. Il nuovo ospedale non sarebbe una vittoria politica, ma la vittoria dei 44 comuni di questa Asst».

È un «sì» anche per il sindaco di Rovato Tiziano Belotti: «Il terreno c’è, non avrebbe senso discutere altri 10 anni su dove collocare il nuovo ospedale. Diamo prova di compattezza e procediamo spediti». Per la collega di Coccaglio, Monica Lupatini, «è un’opportunità da cogliere: bisogna sedersi e valutare ogni aspetto». Da Rudiano, Andrea Gallina, rappresentato in assemblea da una assessora, si dice possibilista: «L’ospedale attuale è obsoleto; una nuova struttura vicina alla Brebemi porterebbe benefici». Luigi Cuneo, al governo di Castrezzato, ritiene che sia «un’opzione coraggiosa con buoni presupposti: il terreno c’è e si trova al crocevia di tre comuni».

Le cautele

Non se la sente di esprimersi, senza avere prima approfondito la questione, al momento ancora agli albori, Gianluigi Brugali di Urago. Italo Spalenza da Trenzano manifesta cautela e, da volontario dell’ambulanza, ammette che il cambio di posizione (dal centro alla zona Brebemi) potrebbe facilitare i soccorsi. Per la collega di Castelcovati, Fabiana Valli, «l’idea è interessante, ma ancora da approfondire». Massimiliano Metelli di Comezzano Cizzago ha delegato un consigliere e un tecnico affinché partecipassero all’incontro. A suo avviso «dobbiamo raccogliere il maggior numero di elementi seri prima di iniziare una riflessione su costi e benefici e, ad esempio, capire cosa ne sarà del vecchio ospedale. Non saranno solo i sindaci a decidere. Serve un tavolo di confronto permanente».

Sulla questione, ricordiamo, si è espressa in questi giorni anche la minoranza consiliare clarense. Domenico Codoni ha invitato a valutare ogni possibilità, compreso un intervento sull’edificio esistente. Marco Salogni ha chiesto la convocazione degli stati generali della sanità locale. 

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